Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
IL FRENO A MANO SUGLI INCENTIVI
Dal 2014 è attivo un credito d’imposta (65 per cento della cifra donata) per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo. Una grande mano tesa al mecenatismo. È l’art bonus. Ma la parola mecenatismo si trova in pochi vocabolari della Puglia, una regione che ha un patrimonio architettonico unico, abbandonato o tenuto in pedi con le stampelle. I dati sono sconfortanti: su 42 interventi pubblicati sul sito del governo, appunto Artbonus.it, soltanto quattro hanno completato la raccolta dei fondi in programma. Gli interventi virtuosi riguardano la Fondazione lirico-sinfonica del Petruzzelli, il Fortino di Sant’Antonio e la Colonna della Giustizia (Bari) e l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate (Lecce).
Il mecenatismo questo sconosciuto? La Puglia sta studiando da poco, sulla scia del resto dell’Italia, soprattutto del Nord e del Centro. Lentezza delle amministrazioni pubbliche e non lungimiranza delle aziende, a volte soffocate da bilanci in rosso. Di Mecenate, primo ministro della corte di Ottaviano Augusto nell’Impero Romano, il quale creò il celeberrimo circolo in soccorso di Virgilio, Orazio, Ovidio, Tito Livio e altri, pochi sanno o vogliono sapere. La cultura o i beni architettonici, volgarmente, non danno da mangiare. Meglio, non darebbero.
«Parlate al passato, ora stiamo capendo», hanno detto negli ultimi tempi gli imprenditori. Ben venga l’illuminazione perché il mecenatismo non è filantropia o azione volta all’apparenza. È autentico marketing se è vero che la promozione del territorio è il miglior viatico per spingere i prodotti delle aziende. Un’antesignana della possibile svolta è la Cobar, società di Altamura, specializzata nei progetti di restauro e recupero dei beni monumentali, che si è mossa addirittura dal 2004, ristrutturando il teatro Mercadante, attingendo ai fondi della legge 42. La Cobar, fra l’altro, ha finanziato per due anni il Petruzzelli e si fa carico delle spese di manutenzione.
Il mecenatismo, con le provvidenze che passa lo Stato, deve aprire le menti di chi è ancora restìo, non avendo misurato il ritorno, anche economico, di operazioni che sono tutt’altro che beneficenza. La vicina Matera, impegnata nell’evento Capitale della Cultura 2019, con i suoi errori, può insegnare molto sul come davvero bisogna muoversi. Il rilancio forte della cultura e dei Beni architettonici può essere il nuovo umanesimo e il nuovo oro della Puglia.