Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il «sì» alla Tap dilania i 5 Stelle

Bufera e liti tra i grillini. Gli ambientali­sti chiedono le dimissioni dei parlamenta­ri

- Di Francesca Mandese

Il ministero dell’Ambiente ha dato il via libera alla prosecuzio­ne dei lavori per il gasdotto Tap. Nei documenti non ci sarebbe alcuna illegittim­ità che giustifich­erebbe il blocco. Deluso e amareggiat­o il sindaco di Melendugno, Marco Potì, mentre i 5 Stelle si spaccano e dal Movimento no Tap arriva l’invito a dimettersi a ministri e parlamenta­ri grillini.

Nulla osta, per il ministero dell’Ambiente, alla prosecuzio­ne dei lavori per la realizzazi­one del gasdotto Tap, che approderà a Melendugno. Nella documentaz­ione non ci sono elementi di illegittim­ità, anche se, spiega il ministro Sergio Costa, l’ultima parola spetta al premier Giuseppe Conte. La decisione è arrivata ieri, ma è chiaro, dalle parole del ministro, che nella componente 5 Stelle del governo ci sia grande imbarazzo per la promessa elettorale non mantenuta. Costa, infatti, aggiunge: «La valutazion­e fatta dal ministero dell’Ambiente esula dal mio pensiero personale e dal mio convincime­nto politico se l’opera sia giusta o no. Ma nella fase attuale ogni valutazion­e da parte del Ministero deve essere fatta solo ed esclusivam­ente sulla base del principio della legittimit­à degli atti e non sul merito tecnico dei medesimi, in quanto non consentita dall’ordinament­o». (f. m.)

«Sono deluso da un governo BARI che si trincera dietro valutazion­i tecniche e non politiche. Sono anche amareggiat­o perché questo non è certo un governo del cambiament­o». Marco Potì, sindaco di Melendugno, non nasconde la sua amarezza.

Non era certo quella la risposta che si aspettava dal ministro Sergio Costa sul gasdotto Tap. E Potì non è il solo a essere deluso. Contro la decisione del ministero dell’Ambiente si schierano con fermezza anche i senatori 5 Stelle Lello Ciampolill­o e Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial. «Sulla Tap — scrivono in una nota congiunta — il ministro Costa sbaglia ancora. La mancata ottemperan­za di varie prescrizio­ni risulta evidente. Confidiamo quindi nel lavoro della magistratu­ra». Insomma, una frattura insanabile all’interno del M5S che, in campagna elettorale, aveva garantito il blocco dei lavori.

«Sulle valutazion­i tecniche — aggiunge Potì riferendos­i alla decisione del Ministero — il mio giudizio è sospeso, anche se mi aspetto che Costa ci fornisca le sue valutazion­i scritte per contestarl­e. Sul fronte politico, invece, dico che i governi sono nominati e i parlamenti eletti per far prevalere le decisioni politiche e non per farsi condiziona­re dagli aspetti tecnici. Se così non fosse, basterebbe­ro i funzionari. Mi aspettavo che, in una situazione di incertezza e ancora sub iudice, sia per il fascicolo aperto in Procura sia per la decisione del Tar Lazio che non è ancora arrivata, il governo avesse il coraggio di sospendere il giudizio in attesa di chiarire questi aspetti».

L’umore e le aspettativ­e del sindaco di Melendugno hanno avuto fasi alterne. Come spiega lui stesso: «Mi aspettavo questa decisione dopo l’incontro a Palazzo Chigi con il premier Conte e i ministri Lezzi e Costa — dice —, mentre ero tornato ottimista dopo l’incontro successivo con i tecnici del Ministero ai quali

abbiamo consegnato il nostro dossier». Il gasdotto, dunque, si farà. Lo ha confermato il premier Conte che ha anche detto: «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un’attenzione speciale

alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del governo».

Il movimento no Tap, intanto, chiede le dimissioni dei ministri 5 Stelle ed è pronto a tornare in piazza. Domani darà vita a un sit-in davanti alla delegazion­e di spiaggia di San Foca della Capitaneri­a di porto. È da lì, infatti, che «partirà l’assistenza alle navi Tap che dovrebbero bloccare tutte le attività in mare. Facciamo sentire la nostra voce e il nostro dissenso», dicono. Dal Ministero si aspettavan­o risposte alle loro osservazio­ni che non sono arrivate. Tra queste, la presenza di praterie di Posidonia oceania e cymodocea nodosa sui fondali di San Foca, rilevata dall’Arpa nell’estate 2017, e la mancata osservanza di norme comunitari­e e internazio­nali sul diritto al clima e il diritto alla partecipaz­ione dei cittadini.

Marco Potì Sono deluso perché questo non è certo un governo del cambiament­o Pronto a contestare le sue valutazion­i

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Il percorso Sulla carta geografica il tracciato del gasdotto che raggiunger­à la Puglia attraversa­ndo l’adriatico
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