Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Terremoto nello Ionio Perché le coste pugliesi rischiano uno tsunami
Èrientrato l’allarme tsunami lanciato in seguito ad una scossa di terremoto di magnitudo 6,8 sulla costa occidentale del Peloponneso con epicentro nei pressi dell’isola greca di Zante. Le coste che potevano essere interessate, secondo l’allerta dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, erano quelle dello Ionio e del basso Adriatico.
Dunque anche quelle pugliesi, soprattutto le salentine. Spesso sottovalutato o sottaciuto, il rischio tsunami in Puglia è assai serio. Innumerevoli, infatti, sono le testimonianze geologiche che danno la misura del fenomeno. Non a caso, circa tre mesi fa – era la fine di luglio – sul Corriere del Mezzogiorno abbiamo dedicato all’argomento un ampio e dettagliato servizio per mantenere alta l’attenzione. In realtà, poiché nell’immaginario collettivo lo tsunami è considerato un evento raro, ignorarlo è piuttosto un comportamento comune anche nelle cittadine rivierasche dove gli effetti potrebbero essere devastanti. A torto, ovviamente.
Fronteggiare il fenomeno è difficile, se non impossibile, limitare il rischio invece è possibile. Occorrono scelte politiche impopolari: divieti all’ampliamento di infrastrutture lungo la costa, attività costante di sensibilizzazione al pericolo, specie nei periodi di più alta affluenza turistica. Ma l’alternativa qual è?
Il tema più delicato che da sempre pongono i fenomeni naturali è sempre lo stesso: come conciliare la vita dell’uomo con le ragioni dell’economia. Spesso l’una è in contrasto con le altre. Le attività economiche lungo la costa innalzano il livello di rischio che, in caso di tsunami, si può trasformare in tragedia.
Tranne il Gargano, la Puglia in generale è considerata un territorio a bassa attività sismica. Tuttavia, la costa orientale ed il mar Egeo sono regioni molto attive che possono generare tsunami importanti. Lo hanno dimostrato senza ombra di dubbio numerose ricerche dell’Università di Bari e di Lecce. Effetti di tsunami si notano un po’ ovunque lungo le coste pugliesi. Almeno una quindicina di eventi hanno prodotto danni rilevanti. Tra il 2015 e il 2017 quattro piccoli tsunami hanno interessato le coste pugliesi senza fare danni. L’ultimo si è avuto il 21 luglio 2017, in piena stagione balneare.
Che cosa hanno fatto i sindaci dei comuni rivieraschi in seguito all’allarme tsunami? Sarebbe opportuno saperlo, per capire se qualcosa non ha funzionato. La velocità con cui si muove uno tsunami è impressionante, in pochissime ore raggiunge la costa. Quindi non c’è tempo per pensare ed essere preparati è tutto. Quanti sanno che una piccola onda di tsunami può fare più danni di una forte mareggiata? Se la conoscenza scientifica resta fuori dalle stanze in cui si decide, il rischio di una tragedia sarà sempre alto.
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I precedenti Almeno quindici eventi in passato hanno prodotto danni rilevanti