Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La zucchina chic del moderno tempio vegano
A due passi dalla stazione di Brindisi «Piovono Zucchine»; provare per credere
Vale una moda o uno stile di vita? O anche una maniera per cominciare una dieta salutista? Certo è che i vegani stanno diventando numerosi. E ad una maggiore domanda corrisponde una maggiore offerta. Come il raffinato ristorante Piovono Zucchine nel cuore di Brindisi.
Èuna moda? È una filosofia di vita? È una dieta salutista? Molto probabilmente si tratta di un fenomeno che riassume in sé tutte queste dimensioni. Ed è quindi giunto il momento di confrontarsi con una realtà alimentare che negli ultimi tempi sta assumendo proporzioni sempre più vaste e sta acquistando un notevole spessore gastronomico: la cucina vegana. Tanto più dopo aver scoperto un ristorante come Piovono Zucchine di Brindisi, dove gli avventori, anche i più diffidenti, vengono impressionati dall’estrema cura di ogni dettaglio, dal sapere enologico e da raffinate preparazioni che vanno molto al di là del classico seitan o della salsa di soia.
Eccoci dunque in un simpatico locale a due passi dalla stazione, il cui look moderno, sobrio ed elegante (foto 1) è il risultato del gusto e del lavoro di Elvira Gerardi; mentre Giuseppe Ferraro con grande competenza e gentilezza prepara uno squisito cocktail come aperitivo, e poi sa consigliare il vino giusto, all’interno di un interessante panorama enologico con bollicine, cantine di nicchia ed etichette regionali, nazionali ed estere. A sorprendere, tuttavia, è sopratutto il fascino dei piatti di Annalisa Presta (foto 2), chef di ottima scuola, che riesce a incantare gli ospiti tanto con la bellezza delle presentazioni quanto con la netta e precisa personalità dei sapori, per nulla compromessa dall’assoluta assenza di ingredienti di origine animale.
La partenza è fenomenale, con l’intelligente idea del riciclo delle bucce di fico d’India fritte e immerse nella salsa dello stesso frutto, e con la divertente soluzione dei peperoni caramellati con pop corn e salsa di mais. Fino a quello che ci è sembrato un piccolo capolavoro, la demi glace al pomodoro di Torre Guaceto con salsa al limone e melissa, e ancora una volta l’effetto cromatico, l’eccellente qualità delle materie prime autoctone e la perizia tecnica si risolvono in un ammirevole risultato finale. Si continua con gli ottimi spaghetti all’aglio nero e gel di cetriolo fermentato, e con la melanzana bianca (peccato per la buccia un po’ troppo dura!) con salsa di pomodoro e besciamella alla menta. Il colpo di scena finale ha il colore rosso fiamma del krapfen a forma di cuore farcito di mousse ai fiori di bosco e corretto da una siringa di gel di assenzio ( foto 3). Per un pranzo completo si spendono circa 50 euro.