Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Salina», lo Chardonnay di Puglia
Non sono mai stato un fan dei vitigni internazionali impiantati in Puglia, ma questo non vuol dire che non ci siano buoni vini che abbiano trovato una diversa identità. Certo, occorre giudicare questi vini tenendo conto della loro nuova collocazione geografica. Sarebbe un errore giudicare, ad esempio uno chardonnay pugliese avendo in mente modelli francesi. Tutti gli internazionali, ma lo Chardonnay in particolare, hanno una capacità di adattamento veramente incredibile a suoli e clima diversi, mantenendo nel contempo alcuni caratteri originari. E’ per questo che in qualsiasi situazione sia allevato, lo Chardonnay è facile riconoscerlo.
La diffusione in Puglia, iniziata negli anni Settanta, non ha dato i risultati sperati in termini qualitativi; naturalmente ci sono state e ci sono eccezioni. Prendiamo questo Salina del Podere 29, realtà produttiva di Cerignola, che fa solo acciaio e qualche mese di bottiglia.
Il bel giallo paglierino intenso e brillante ci indirizza verso un frutto di buona concentrazione, ed infatti il naso mostra profumi di frutta tropicale (ananas, cenni di frutto della passione) e floreali (acacia, ginestra). La bocca è coerente e ripropone il quadro olfattivo in modo più ampio, con una sensazione lievemente vegetale che dona freschezza e mitiga la morbidezza.