Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Gli obiettivi di Dell’Aquila, il principe del taekwondo

Vito Dell’Aquila, 17enne di Mesagne, già campione italiano: «Voglio Mondiale e Olimpiadi»

- di Pasquale Caputi

Destinazio­ne futuro, intanto piovono successi. Vito Dell’Aquila, quasi 18enne di Mesagne, sa come si vince. Cresciuto a pane e palestra, è diventato uno dei prospetti più importanti del taekwondo mondiale. Lo scorso weekend a Bari si è laureato campione italiano. Ma già nel 2017 ottenne il bronzo mondiale, mentre quest’anno ha ottenuto lo stesso risultato agli Europei di Kazan. Tutto questo, con vista Olimpiade: Tokyo 2020 non è poi così lontana. E lui che abita a due passi dal campione olimpico Carlo Molfetta, non fa mistero di sognare in grande.

Vito Dell’Aquila, com’è essere ancora una volta campione?

«Sono molto contento del titolo, è il secondo consecutiv­o nei miei primi due anni da senior. Lo scorso anno vinsi nella categoria -54 kg, quest’anno nella -58 kg». È stato difficile?

«È stata una competizio­ne molto dura dal punto di vista psicologic­o. Ero il favorito della vigilia e in questi casi non è mai facile. Non è per nulla semplice saper gestire la pressione. E in finale, contro Antonio Flecca, è stato un bell’incontro. È un atleta molto forte».

Continua a colleziona­re successi. E pensare che non è neanche maggiorenn­e.

«La vittoria della scorsa settimana a Bari sarà senz’altro un bel regalo di compleanno, visto che il 3 novembre compio 18 anni». Da quanto tempo frequenta il mondo della palestra?

«Da più di 10 anni. Mi alleno ogni giorno, fondamenta­lmente a Mesagne, eccezion fatta per qualche raduno a Roma». Ci racconta come nacque questa passione?

«È stato mio padre a inculcarme­la. Mi fece entrare nell’ambiente, anche perché la palestra di Mesagne era molto famosa e apprezzata. A papà peraltro piacevano le arti marziali e scegliemmo di dedicarci al taekwondo. Da lì nacque tutto, per me e per mio fratello».

Anche lui pratica taekwondo?

«È molto forte. Ha 16 anni e l’anno prossimo diventerà senior».

Tutto questo nel paese che qualche anno fa festeggiò Carlo Molfetta.

«Un onore. Non mi ha mai allenato, ma vorrei diventare come lui: sogno di vincere l’Olimpiade».

Pensa di poterci realistica­mente arrivare?

«Credo di poterci lavorare, impegnando­mi duramente. Darò il massimo per farcela. Sarebbe il secondo oro olimpico per l’Italia e per Mesagne».

Cosa le piace del taekwondo?

«Mi piace quasi tutto, è uno sport che insegna l’equilibrio, la disciplina. Tecnicamen­te, poi, conferisce scioltezza e flessibili­tà. Non dico che faccia diventare un atleta totale, ma ti dà davvero tanto sotto ogni punto di vista. E poi parliamo di uno sport spettacola­re e molto bello da vedere».

C’è stato un momento in cui ha capito che poteva diventare un campione?

«Mi ritenevo scarso fino al 2014, quando a sorpresa vinsi il mondiale cadetti. Quell’impresa mi diede entusiasmo, non a caso nel 2015 vinsi l’europeo juniores. È stata una bella crescita, anche se nel 2016 sono

calato. La stagione non andò bene e questo un po’ mi ha frastornat­o». Servivano nuove conferme.

«Per fortuna sono arrivate poco dopo. Nel 2017 sono tornato a vincere ed è stato in quei momenti che ho capito che il taekwondo sarebbe diventato la mia vita».

Possiamo dire che è stato anche una palestra sul piano della personalit­à?

«Decisament­e è andata così. Da piccolo ero molto timido, parlavo poco. Fu anche questo il motivo che indusse mio padre a farmi praticare taekwondo. La cosa ha funzionato perché ora, quando inizio a parlare, non la smetto più. Devono quasi fermarmi». Cosa c’è oltre allo sport?

«Sto frequentan­do il quinto anno del liceo scientific­o. Sarà un 2019 importante, molto intenso, con la maturità da conquistar­e».

Sportivame­nte invece cosa deve conquistar­e in questa stagione?

«A stretto giro, il 10 e l’11 novembre, andrò al Croatia Open, il 22 e il 23 sarò negli Emirati Arabi per le Finals del Grand Prix (a Fujairah, ndr). Saranno due belle prove, anche in vista del prossimo anno. Il 2019 infatti sarà l’anno preolimpic­o, il che non è mai banale. E infine in maggio ci sarà il mondiale a Manchester». Ovviamente con l’obiettivo di vincere.

«Certamente, ci proverò e darò il massimo per riuscirci».

Qualità

«E’ una pratica che insegna l’equilibrio, la disciplina. Ti dà scioltezza e flessibili­tà»

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 ??  ?? AlbumA sinistra, Vito Dell’Aquila (con il casco rosso) ai recenti campionati italiani di Bari, dove ha vinto nella categoria -58 kg. Sopra, con il bronzo conquistat­o l’anno scorso ai Mondiali
AlbumA sinistra, Vito Dell’Aquila (con il casco rosso) ai recenti campionati italiani di Bari, dove ha vinto nella categoria -58 kg. Sopra, con il bronzo conquistat­o l’anno scorso ai Mondiali

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