Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Esplosioni e feriti Notte d’inferno a Borgo Mezzanone
Indagini in corso per capire le cause del rogo nel campo profughi
Un incendio di vaste proporzioni si è scatenato nella serata di ieri all’interno della baraccopoli di Borgo Mezzanone, a ridosso del Cara, dove vivono migliaia di immigrati di colore. Imprecisate le cause del rogo che ha distrutto una ventina di baracche, determinato l’esplosione a catena di numerose bombole di gas e provocato un fuggi fuggi generale con il ferimento di quattro africani. Uno dei feriti, peraltro, è in condizioni gravi ed è stato trasferito d’urgenza al Centro grandi ustionati di Brindisi.
Le cure
Il più grave è un ventenne della Guinea trasferito nel centro grandi ustionati di Brindisi
Quattro feriti, di cui uno grave, è il bilancio dello spaventoso incendio scoppiato, ieri sera, all’interno del ghetto che sorge nella “ex pista” a ridosso del Cara, il centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone, ad una decina di chilometri da Foggia.
L’inferno nella baraccopoli è scoppiato intorno alle 19.30 di ieri in una delle tante abitazioni di fortuna: le fiamme, poi, alimentate anche dal vento si sono propagate con estrema facilità avvolgendo numerose altre baracche. Una ventina quelle che sono state completamente distrutte dal fuoco. Sul posto, fino a tarda ora, hanno operato cinque squadre dei Vigili del fuoco giunte dal comando provinciale di Foggia e anche alcuni distaccamenti della provincia. Al lavoro pure gli agenti della polizia che, sull’accaduto, hanno aperto una inchiesta. Impossibile ieri stabilire le cause del rogo: qualcosa in più si potrà sapere, questa mattina, soprattutto per accertare se si sia trattato di incendio doloso o meno. In giornata sarà possibile anche quantificare con esattezza i danni causati dal rogo.
Quattro i feriti che sono stati trasportati agli Ospedali Riuniti di Foggia di cui due per ustioni su diverse parti del corpo. Il più grave è un ventenne della Guinea ricoverato prima al nosocomio foggiano e poi trasferito al Centro Grandi ustioni di Brindisi. Ha riportato ustioni di secondo e terzo grado su collo e torace. Numerosi anche gli intossicati che sono stati medicati sul posto dalle unità del 118.
All’interno della baraccopoli non sono mancati momenti di paura e di terrore: le fiamme che hanno fatto esplodere diverse bombole di gas si trovavano all’interno delle baracche. Panico e angoscia tra i cittadini africani che popolano la città illegale. Al rumore delle esplosioni e al divampare delle fiamme, che avvolgevano la baraccopoli, c’è stato un fuggi fuggi generale. Tantissime le persone che correvano alla ricerca di un posto sicuro e lontano dal fuoco.
Nella ex pista del Cara vivono circa un migliaio di cittadini provenienti da diverse zone dell’Africa, in prevalenza dalla Nigeria: si tratta di braccianti che giungono a Borgo Mezzanone per poi lavorare nelle campagne del foggiano nella raccolta del pomodoro, delle olive e di altri ortaggi. Una vera e propria città dove c’è di tutto: dal supermercato alla discoteca. Ma dove tutto è completamente illegale e la condizione igienico sanitaria e quantomeno precaria. Ma soprattutto manca la minima garanzia di sicurezza per gli stessi occupanti. Le baracche sono realizzate in cartone, tavole di compensato e legno: tutto materiale altamente infiammabile. Un ghetto «controllato» quasi esclusivamente dai nigeriani veri padroni della città illegale.
In quella stessa baraccopoli si nascondeva anche Yusif Salia il ghanese di 32 anni, arrestato venerdì scorso dagli agenti della squadra mobile di Foggia perché ritenuto il quarto uomo del branco che due settimane fa avrebbe violentato e ucciso Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata morta in un palazzo abbandonato in via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo a Roma.
E nella stessa ex pista del Cara di Borgo Mezzanone, sempre due settimane fa, una cinquantina di nordafricani aggredirono due agenti della polizia stradale di Cerignola per impedire l’arresto di un loro connazionale.
Bombole Le fiamme hanno fatto esplodere bombole di gas che si trovavano dentro le baracche