Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Legge sui centri scommesse Emiliano vince grazie al M5S
Via libera alla legge che fa slittare il «distanziometro» dai luoghi sensibili: sei mesi ulteriori di proroga, in attesa del governo
Ha evitato di partecipare ai lavori. Ma il governatore Michele Emiliano ha ispirato la norma che consente sei mesi di proroga ai centri scommesse che non rispettano le distanze dai luoghi sensibili. La norma passa grazie ai 5 Stelle.
Per ora non chiuderanno. BARI Le sale per le scommesse e i giochi legali – che si trovano a meno di 500 metri da scuole, parrocchie e centri giovanili – continueranno la loro attività, in attesa delle disposizioni nazionali che riordineranno il settore. La legge approvata ieri pomeriggio dal Consiglio regionale proroga, fino all’arrivo delle regole statali e per un massimo di sei mesi, il termine per l’entrata in vigore della vecchia norma pugliese sulla distanza obbligatoria dai «luoghi sensibili». A favore della legge si sono schierati la maggioranza di centrosinistra e il gruppo dei fittiani di Dit (che ha detto Sì pure al Bilancio consolidato degli enti regionali). Forza Italia ha abbandonato l’Aula prima del voto (in disaccordo con l’impostazione di maggioranza) e i 5 Stelle hanno votato contro perché vorrebbero la chiusura tout court dei centri per i giochi e le scommesse.
Il risultato è costato molta fatica e qualche divisione interna ai gruppi: è stata necessaria un’intensa mattinata di mediazioni, la protesta di centinaia di lavoratori davanti alla sede del Consiglio e il soccorso «giallo» dei 5 Stelle su un emendamento ispirato da Michele Emiliano (proprio quello dei sei mesi). Il governatore non era in Aula, probabilmente per non essere coinvolto in un dibattito che lo imbarazzava (vedi sopra), ma è stato costantemente in contatto con i suoi consiglieri più fidati.
Per capire meglio occorre partire dalla vecchia legge pugliese (la 43 del 2013) che dava 5 anni di tempo alle sale scommesse per adeguarsi alla distanza dei 500 metri dai «luoghi sensibili», pena la perdita della licenza. Un modo, si disse allora, per controllare il fenomeno della ludopatia, la compulsione al gioco.
Il termine per l’adeguamento scadeva il 20 dicembre 2018. Il sistema delle sale, nel suo complesso, non si è mai adeguato. Da qui la proposta di legge (firmata da Ernesto Abaterusso, Leu) per prorogare di due anni la scadenza. In commissione (su richiesta di Fabiano Amati, Pd) si è stabilito che la proroga dovesse durare fino a quando non fosse intervenuto il testo unico di riordino da parte dello Stato. Come dire: inutile fissare scadenze se poi la Regione dovrà conformarsi, presto o tardi, a nuove norme. Sembrava una posizione su cui poter attestare tutto il Consiglio, tranne i contrari 5 Stelle.
Non è stato così. Emiliano la pensava diversamente. E, da lontano, ha chiesto una proroga “contenuta”. Sulla posizione del governatore hanno pesato il desiderio di non farsi scavalcare dal rigorismo dei 5 Stelle e, pare, anche la richiesta di tempi certi arrivata dal mondo ecclesiastico (vescovi in testa).
Il consigliere Mimmo Santorsola (Leu), su richiesta di Emiliano, ha proposto così il termine di 6 mesi. Sicché la formulazione finale del testo suonava in questo modo: l’adeguamento (previsto al 20 dicembre 2018) slittava fino al riordino del governo e comunque per non più di sei mesi. In pratica: a giugno del 2019, se non il governo non interverrà prima, le strutture si dovranno essere adeguate al distanziometro pugliese.
L’emendamento – si badi – è passato con 22 voti a favore, ma di questi 6 appartengono ai grillini (Barone, Bozzetti, Casili, Di Bari, Galante, Laricchia). Gli altri 16 (su 30 voti disponibili) sono di maggioranza: tutti gli assessori presenti e poi Campo, Cera, Colonna, Loizzo, Longo, Pino Romano, Mario Romano, Santorsola, Zinni. Come si vede, tutto il gruppo del Pd, a parte Campo, ha votato contro la proposta di Emiliano. Gli altri gruppi di maggioranza si sono divisi.
L’aiuto 5 Stelle
La proposta ispirata dal governatore passa col voto decisivo dei grillini. Maggioranza divisa