Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La Tap delle liti De Lorenzis contro De Bonis
Diego De Lorenzis, il caso Tap oramai va al di là di un semplice tubo: sta creando malumori all’interno del M5S. Da esponente salentino si sente nel mirino?
«Non possiamo rimproverarci nulla. Invece, è insopportabile che tutti i partiti che hanno voluto, agevolato e approvato questa infrastruttura, tornino a blaterare come zombie. Non hanno senso di vergogna: dovrebbero tacere per aver condannato l’Italia con le loro scelte folli, le cui conseguenze ricadono su di noi e sui cittadini».
Il suo collega lucano Saverio De Bonis è intervenuto su Tap con un esposto perché i parlamentari salentini non hanno letto le carte. È cosi?
«Le tifoserie non servono, tantomeno sbandierare ancora egocentrismo e ignoranza sull’opera, sull’operato dei colleghi e su penali inesistenti confondendole con risarcimenti miliardari. Abbiamo cercato in questi anni di dura opposizione anche fuori dal palazzo, accanto ai cittadini, di ostacolare la realizzazione dell’opera e stiamo lavorando ancora per fornire alla magistratura altri spunti di indagine per verificare eventuali illeciti nell’operato della società. Oggi l’unica area di cantiere sotto sequestro è quella dell’esposto alla Procura che porta la mia firma e quella dei colleghi Leonardo Donno e Daniela Donno».
Aprile 2017. Alessandro Di Battista promette lo stop di Tap in due settimane con un governo pentastellato. Poteva essere più prudente?
«Le sue affermazioni, senza campagna elettorale, testimoniano la coerenza, la sincerità e la libertà di sempre ribadendo che avremmo fatto il possibile per bloccare l’opera. Il contesto era molto diverso, Gentiloni era appena arrivato e le Camere potevano sciogliersi, l’opera ancora non aveva alcune autorizzazioni e finanziamenti e i lavori non erano nello stato di avanzamento attuale».
Michele Emiliano, governatore della Puglia, dice che la soluzione è spostare l’approdo a Brindisi. È un bluff?
«Su tali fantasie è stato smentito da Enel e tante illustri personalità tecniche: è un’arma di distrazione di massa per scaricare le colpe del suo partito. Con questo atteggiamento complice ne ha avallato le scelte, invece di richiedere l’istituzione nell’area marina di un Sic (sito di interesse comunitario) e impugnare gli atti dei Governi precedenti».
Come pensate di riallacciare il rapporto con il vostro elettorato?
«Abbiamo percorso ogni strada nelle nostre possibilità adoperato ogni strumento e ogni cavillo burocratico a cui appigliarsi e con questo spirito abbiamo tenuto fede agli impegni assunti in tutte le sedi da sei anni. Comprendiamo lo sfogo dei cittadini, anche con toni forti, perché per troppo tempo la politica è stata sorda ai bisogni della cittadinanza. Siamo stati eletti per realizzare la parte del programma elettorale contenuta nel contratto di Governo e rimediare agli errori dei partiti degli ultimi 30 anni. E non bastano quattro mesi».
Diego De Lorenzis
Noi del M5S ci siamo battuti per ostacolare il gasdotto