Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il miracolo Lecce secondo l’ex Bari
Friulano, ex Bari, centrocampista, racconta la scalata al terzo posto «Ma la A è difficile»
Nel Lecce che vince, convince BARI e sorprende, c’è un giocatore che sta viaggiando a mille all’ora. Di Jacopo Petriccione, centrocampista goriziano di 23 anni, si parla in realtà bene da anni. Prima come promessa nelle giovanili del Cagliari, del Siena e della Fiorentina. Poi dopo l’ottimo campionato disputato a Terni, quindi nella scorsa stagione a Bari, dove si è ritagliato uno spazio tutt’altro che piccolo in una compagine costruita per la serie A. Ora il Lecce, per il quale sta diventando imprescindibile. E lunedì è in programma una partita che i tifosi attendono con trepidazione. Si sfidano due belle sorprese, sarà un match intrigante.
Pescara-Lecce, partita al vertice. Quanto è stupito di questa classifica?
«Ho sempre detto che non mi aspettavo la personalità di questa squadra, e invece siamo stati bravissimi a dimostrarla in ogni campo. A livello di qualità, però, non ho mai avuto dubbi sul nostro gruppo».
Il presidente Sticchi Damiani, in una recente intervista, ha parlato con lei come di uno dei giocatori più sorprendenti.
«Lo ringrazio sia per le parole che per la fiducia. Sono contento delle mie prestazioni, sto dando il massimo anche se sono convinto che si possa fare sempre meglio». Cosa le piace più del Lecce?
«È una società organizzata e sempre presente. Il presidente fa sentire la sua vicinanza, il direttore è costantemente accanto a noi. Questo è importante per ogni giocatore». Lecce città, invece?
«È una bella città, piccola rispetto ad altre, ma c’è tutto, si vive bene e la gente mi ha accolto benissimo».
Peraltro conosceva bene la Puglia per aver giocato nel Bari la scorsa stagione.
«A Bari sono stato benissimo, ho dei ricordi molto positivi di tutta la stagione. Alla fine ho invece vissuto un periodo molto brutto, di cui faccio anche fatica a parlare. In ritiro ho visto piangere i magazzinieri, lo staff. È successa una cosa davvero brutta, c’è gente
che ha preso in giro tutti». Vuol fare un augurio ai suoi ex tifosi?
«Auguro al Bari di tornare dove merita, anche perché il nuovo presidente è una persona seria. Sono convinto che in poco tempo condurrà i biancorossi nel calcio che conta». Tornando al Lecce, cosa sta facendo la differenza?
«Chiunque giochi, fa bene, al di là dei moduli. Il gruppo lavora ogni giorno al massimo, l’allenatore è un martello. Singolarmente altre squadre sono anche più forti di noi, ma come gruppo in pochi sono al nostro livello».
Parlava di Liverani. Lei lo conosceva già.
«Lui mi ha voluto qua, per me è stato fondamentale ma questa, se vogliamo, è una responsabilità anche maggiore. Devo dare di più, il 110%. Lo devo anche a lui».
Poi è stato centrocampi- sta, quindi i suoi consigli sono a maggior ragione importanti.
«Lo sono per tutti. Tatticamente è molto preparato, allena ogni giocatore molto bene, sa che vuole e sa di calcio. Per quanto mi riguarda, poi, avendo avuto il mio stesso ruolo, chiaramente è molto prezioso».
Lunedì con il Pescara sarà dura.
«Sono primi in classifica, stanno bene fisicamente e mentalmente, giocano con serenità. E poi corrono, prati-
cano un bel calcio con uno dei centrocampi più forti della B. Sarà una bella partita, i tifosi si divertiranno».
Obiettivi di Petriccione e del Lecce?
«Personalmente voglio diventare sempre più forte e dare un contributo alla mia squadra. Circa il Lecce, non dobbiamo dimenticare di essere una matricola, dovremo essere bravi a non fermarci e a mantenere la categoria. Se poi potremo fare di più, ci proveremo».
Parlare di serie A è tabù? «La classifica è troppo corta per parlare di queste cose. E poi, in un campionato a 19, certe dinamiche saranno ancor più amplificate».
Avete affrontato già parecchie “big”. Quale di queste l’ha colpita?
«Il Palermo, perché ha singoli importanti, attaccanti di un’altra categoria: Nestorovski, Falletti, Puscas, Trajkovski. Contro di noi purtroppo l’hanno anche dimostrato».