Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Che bell’intesa, Negroamaro e Susumaniello
Ecco una delle più piacevoli bottiglie bevute negli ultimi tempi. Parlo di Puglia ovviamente, dove i vini rossi restano un sicuro riferimento esprimendo buona qualità. Primitivo sia di Gioia che di Manduria, Negroamaro ma anche Nero di Troia, sono vinificati in purezza e sono una prerogativa quasi tutta italiana. Molti vini internazionali sono spesso invece il frutto di una combinazione di due vini se non di più. In Italia questa possibilità è appannaggio quasi esclusivamente dei vini Igt (Indicazione geografica territoriale) dove grazie a disciplinari più elastici è possibile utilizzare uno o più vitigni a seconda delle esigenze dell’azienda. Così è un fiorire di proposte alcune più convincenti di altre.
E’ il nostro caso con questo Castel Serranova dell’Azienda Vallone, oggi diretta da Francesco con l’aiuto di uno staff tutto giovane e il contributo più che decisivo dell’enologa Graziana Grassini: Negroamaro e Susumaniello, due dei vitigni storici della terra brindisina, uniti in un sol vino. Bella l’intensità visiva che precede un olfatto che richiama ciliegia e prugna nera con sottolineature speziate. Ma quello che più convince è il sorso, morbido, rotondo ma allo stesso tempo fresco, affatto appesantito dal frutto che pure è di buona concentrazione. Il finale è tutto da godere, lungo quanto basta a non fartelo dimenticare. E’ veramente un piacere berlo.