Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
IL LAVORO CHE FA CITTADINANZA
Se è vero che una parte delle popolazioni meridionali, e non solo, già vive in condizioni di povertà, è vero pure che un’inversione di tendenza non verrà da nessuna politica di mero sussidio economico, come l’assegno di dignità o quello di cittadinanza, per citare sia le proposte regionali, sia gli indirizzi del governo nazionale. Nessuno vuole restare inerte di fronte alle apprensioni di tante famiglie. Il problema è molto delicato, e va percorso nelle sue sfumature, sapendo che è giunto il momento di andare oltre le misure contabili non confortate da rigorosi bilanci. Perciò è urgente rimettere al centro del contrasto all’impoverimento, la risorsa lavoro, l’unica in grado di ripristinare un flusso di redditi come effetto del rilancio della produzione e dello scambio, compreso lo stesso scambio fra prestazione e salario, che è ben altro dall’assegno di sostentamento. Per di più, il lavoro con sé porta anche il beneficio morale di un forte ripristino della cittadinanza, fra bisogno immediato e organizzazione più complessa e libera della spesa individuale e familiare.
Però bisogna sapere anche che il lavoro prossimo venturo non deriverà solo dalle pur giuste rivendicazioni del giorno. Al Sud c’è la necessità di riscrivere la nostra cultura di impresa, ammodernarla per rilanciare la salvaguardia di un sistema produttivo – legato prevalentemente alla piccola e media azienda – ma sempre in grado di una trasformazione territoriale vasta e organica: dalla terra ai prodotti di qualità, dalle più avanzate tecnologie alle commesse nazionali e internazionali. La politica ha davanti a sé il dovere di ricucire la trama in cui far crescere l’economia territoriale, dai finanziamenti mirati all’aggiornamento dei servizi, fino al premio per i soggetti capaci di moltiplicare mercati e lavori.
In fondo, la centralità del lavoro è questione cruciale per il Nord e per il Sud, sia pure con differenze importanti. Al Nord i problemi aziendali spesso accendono la tentazione di vendere all’estero marchi prestigiosi, con buona pace della partecipazione italiana alla sfida dello sviluppo. Nel Sud, invece, si riaffaccia il tema della povertà, persino come alibi per la facile politica dell’abbaglio delle coscienze popolari, spinte quasi a dimenticare la luce del lavoro, in cambio di un assegno che darebbe cittadinanza, e che proprio la nozione di cittadino mortifica. È imminente una stagione di voto che, nello sfondo dell’Europa, si giocherà su questi nodi.