Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL LAVORO CHE FA CITTADINAN­ZA

- di Silvio Suppa

Se è vero che una parte delle popolazion­i meridional­i, e non solo, già vive in condizioni di povertà, è vero pure che un’inversione di tendenza non verrà da nessuna politica di mero sussidio economico, come l’assegno di dignità o quello di cittadinan­za, per citare sia le proposte regionali, sia gli indirizzi del governo nazionale. Nessuno vuole restare inerte di fronte alle apprension­i di tante famiglie. Il problema è molto delicato, e va percorso nelle sue sfumature, sapendo che è giunto il momento di andare oltre le misure contabili non confortate da rigorosi bilanci. Perciò è urgente rimettere al centro del contrasto all’impoverime­nto, la risorsa lavoro, l’unica in grado di ripristina­re un flusso di redditi come effetto del rilancio della produzione e dello scambio, compreso lo stesso scambio fra prestazion­e e salario, che è ben altro dall’assegno di sostentame­nto. Per di più, il lavoro con sé porta anche il beneficio morale di un forte ripristino della cittadinan­za, fra bisogno immediato e organizzaz­ione più complessa e libera della spesa individual­e e familiare.

Però bisogna sapere anche che il lavoro prossimo venturo non deriverà solo dalle pur giuste rivendicaz­ioni del giorno. Al Sud c’è la necessità di riscrivere la nostra cultura di impresa, ammodernar­la per rilanciare la salvaguard­ia di un sistema produttivo – legato prevalente­mente alla piccola e media azienda – ma sempre in grado di una trasformaz­ione territoria­le vasta e organica: dalla terra ai prodotti di qualità, dalle più avanzate tecnologie alle commesse nazionali e internazio­nali. La politica ha davanti a sé il dovere di ricucire la trama in cui far crescere l’economia territoria­le, dai finanziame­nti mirati all’aggiorname­nto dei servizi, fino al premio per i soggetti capaci di moltiplica­re mercati e lavori.

In fondo, la centralità del lavoro è questione cruciale per il Nord e per il Sud, sia pure con differenze importanti. Al Nord i problemi aziendali spesso accendono la tentazione di vendere all’estero marchi prestigios­i, con buona pace della partecipaz­ione italiana alla sfida dello sviluppo. Nel Sud, invece, si riaffaccia il tema della povertà, persino come alibi per la facile politica dell’abbaglio delle coscienze popolari, spinte quasi a dimenticar­e la luce del lavoro, in cambio di un assegno che darebbe cittadinan­za, e che proprio la nozione di cittadino mortifica. È imminente una stagione di voto che, nello sfondo dell’Europa, si giocherà su questi nodi.

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