Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Lo spreco di strumenti lasciati nei ripostigli delle ex Circoscrizioni
Inutilizzati da tempo, una parrocchia li chiede
Oggi li chiede in dono una parrocchia per i suoi ragazzi. Ieri li ha voluti la politica nella classica saga dello spreco di denaro pubblico. Adesso, per il momento, restano accantonati nei ripostigli delle sedi delle ex Circoscrizioni. Si tratta di chitarre, organi, persino un pianoforte, una tromba. A breve potrebbe partire un bando per donarli.
Oggi li chiede in dono una parrocchia per i suoi ragazzi. Ieri li ha voluti la politica nella classica saga dello spreco di denaro pubblico. Perché la domanda resta senza risposta: a cosa potevano mai servire chitarre, pianoforti e tromboni alle ex Circoscrizioni? Forse per una riproduzione in salsa locale dello Zecchino d’Oro? Forse per scovare futuri Giovanni Allevi o per metter su un’orchestrina di quartiere? Nessuno lo sa dire. Ma intanto questo piccolo tempio della musica resta lì, accuratamente riposto negli scatoloni.
Nella pesante eredità delle Circoscrizioni che furono – la riforma del decentramento amministrativo non è stata affatto indolore – gli attuali Municipi, istituiti quattro anni fa con carenza di fondi e di personale, adesso si ritrovano sul groppone anche gli strumenti musicali. Sì, proprio loro, al pari di computer, scrivanie, sedie e arredi, risultati in abbondanza e per fortuna smistati una volta realizzato l’accorpamento di uffici e sedie della vecchia mappa amministrativa di Bari. E in questo festival dello sperpero ne sa qualcosa il primo Municipio, il mastodontico ente a più teste nato dalle ceneri di ben tre vecchie Circoscrizioni, ritrovatosi inaspettatamente con un elenco di undici strumenti musicali – cinque chitarre, due pianoforti verticali, una tastiera elettrica, una tromba, un sassofono, una fisarmonica – sui quali nessuno sa certificarne la provenienza e soprattutto le necessità degli anni passati. Anzi, in quattro casi c’è persino la dicitura “non inventariata” nel timore che qualche pezzo sia rimasto lì forse per semplice dimenticanza del proprietario.
Già qualche tempo fa il Consiglio municipale ha provato a trovare una soluzione ma ha rinviato ogni decisione (per questo piccolo patrimonio si era fatta avanti una parrocchia della zona San Giorgio) in attesa di capire se per la donazione sia meglio un bando o qualche altra formula. La burocrazia insomma spegne anche la musica, con il risultato che una parte di questi strumenti resta ancora sistemata e sigillata al primo piano della sede municipale di via Trevisani, mentre i due pianoforti verticali sono parcheggiati nelle sedi decentrate di largo Annunziata a Bari vecchia e dell’Arena Giardino a Japigia.
«Sono strumenti che erano sparsi e che abbiamo di recente recuperato in attesa di valutarne la destinazione» spiega la presidente del primo Municipio Micaela Paparella assicurando anche l’interessamento delle apposite commissioni municipali Welfare e Cultura. «La nostra idea progettuale – ragiona l’inquilina di via Trevisani – è quella di favorire i progetti musicali tra i più piccoli individuando tra i beneficiari delle scuole al cui interno sono attivi specifici corsi». Strumenti a parte, il primo Municipio ha in casa propria altre dotazioni: si va dai 16 computer di vecchi progetti sulla digitalizzazione (e di proprietà del Comune) a una piccola palestra allestita nei sotterranei della vecchia sede circoscrizionale di Japigia per progetti di ginnastica con gli anziani. Ci sono spalliere svedesi, tapis roulant, cyclette, pesi ma che nessuno può più utilizzare. Ma come mai le Circoscrizioni disponevano di tutto ciò? «Guardi, non so davvero come spiegarmelo – risponde la presidente Paparella -. Fosse per me rimetterei tutto in funzione. Io sono una appassionata del riciclo. Pensi che ho donato a
La burocrazia
Il Consiglio municipale sta valutando se procedere con un bando per donarli
una scuola del borgo antico la scrivania del mitico Nichi Muciaccia (compianto e indimenticabile presidente della Circoscrizione Madonnella, ndr). Noi Municipi non abbiamo molto fondi. Qui ricicliamo anche le bandiere…». E si spera anche le chitarre e le trombe.