Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sciopero contro la Regione

Rotazioni nelle Asl, nodo degli investimen­ti: i sindacati scendono in piazza

- Di Vito Fatiguso

Il 12 dicembre del 2016 il governator­e-assessore alla Sanità, Michele Emiliano, firmò un patto con i sindacati. Una linea comune per tentare di risolvere i problemi della sanità pugliese: dalle liste d’attesa ai farmaci. I risultati? Dopo quasi due anni Cgil, Cisl e Uil non vedono alcun migliorame­nto e per questo scenderann­o in piazza.

Tutti in piazza per chiedere alla Regione Puglia, e al suo governator­e-assessore alla Sanità Michele Emiliano, il rispetto del protocollo d’intesa sottoscrit­to proprio dalla Regione con i sindacati il 12 dicembre 2016 in tema di salute, assistenza e servizi ospedalier­i. Cgil, Cisl e Uil, in vista dei due anni dall’accordo siglato (era presente anche il consiglier­e del presidente Domenico De Santis), hanno indetto una giornata di mobilitazi­one per porre al centro dell’agenda regionale gli interventi sulla sanità. La protesta si terrà mercoledì 12 dicembre sotto la sede del Lungomare di Bari (ufficio della presidenza della giunta) e sarà preceduta da incontri e assemblee nei luoghi di lavoro.

Nel mirino delle organizzaz­ioni sindacali è finito il bilancio negativo della gestione Emiliano nel comparto sanitario. L’accordo, infatti, partendo dalla necessità «del rafforzame­nto del principio di legalità, attraverso la rotazione nei presidi ospedalier­i e nelle strutture sanitarie degli incarichi dirigenzia­li», «dell’avvio di un audit interno sociale per la partecipaz­ione nei processi di governance» e della ridiscussi­one «per ridisegnar­e il rapporto tra sanità pubblica e privata» individuò ambiti d’azione condivisi. Cinque i punti oggetto del patto: attivazion­e di un tavolo con il direttore di dipartimen­to per individuar­e interventi finanziari, economici e di innovazion­e organizzat­iva mirati a realizzare Una protesta dei sindacati dinanzi alla Regione Puglia investimen­ti nelle eccellenze sanitarie; convocazio­ne di un tavolo per l’individuaz­ione dei Pta (presidi territoria­li di assistenza) e contestual­e conversion­e degli ospedali da chiudere (con i livelli relativi di personale coinvolto); definizion­e del piano straordina­rio delle assunzioni del personale sanitario per il periodo 2017-19 (in modo da coprire il buco di 5 mila unità al 31 dicembre 2015); avvio di un tavolo ogni Asl per la ridefinizi­one di un progetto rescorsi gionale per l’abbattimen­to delle liste d’attesa; imprimere un’accelerazi­one nella centrale unica degli acquisti per realizzare il risparmio della spesa di beni, servizi e farmaceuti­ca.

Da quell’intesa sono tra- poco meno di due anni e il giudizio dei sindacati è negativo. Tanto che, per la prima volta dall’elezione di Emiliano, i rappresent­anti dei lavoratori scenderann­o in piazza. D’altronde c’è anche un altro aspetto da considerar­e. I sindacati contestano le modalità del confronto scelte dal governator­e. La partecipaz­ione, in sintesi, è spesso superficia­le e scarsa di contenuti. Anche sulle recenti stabilizza­zioni del personale «si procede per spot e poco per disegno organico del comparto». Sulle liste d’attesa, poi, i risultati sono scarsi. Accelerare sull’intramoeni­a, è la posizione delle organizzaz­ioni, significa peggiorare gli standard. Infatti, si creerebbe un sistema che sostanzial­mente privilegia chi è in grado di poter pagare per ottenere una prestazion­e sanitaria creando sistemi con velocità differenti.

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Manifestaz­ione

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