Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Da Palestine a Trifonov due campioni in concerto

Dalla Vallisa al Petruzzell­i resoconto di uno straordina­rio weekend al pianoforte

- di Fabrizio Versienti

Due pianisti fuori dal comune in due sere consecutiv­e a Bari. Succede anche questo, nell’uggioso inizio autunno cittadino, grazie alla passione di chi organizza concerti. Sabato sera alla Vallisa c’è l’ultrasetta­ntenne americano Charlemagn­e Palestine, ospite del cartellone di Time Zones con i suoi pupazzetti colorati, una sorta di altare mistico e un pianoforte percosso con vigorosi cluster al punto da creare un muro di suono ricco di armonici, battimenti, risonanze; un’esperienza mistica e corporalme­nte molto concreta, uno spettro cromatico che ricorda le tele di Mark Rothko, apparentem­ente piatte e uniformi ma capaci di rivelare variegati universi al loro interno. Il giorno dopo, al Petruzzell­i per la stagione concertist­ica della Fondazione, è di scena il ventisette­nne russo Daniil Trifonov, pianista classico di inarrivabi­le virtuosism­o, al punto che qualcuno l’ha già definito il Liszt dei nostri giorni; stupefacen­te “macchina musicale” che riassume in sé un paio di secoli di tecnica pianistica, cultura e sensibilit­à della vecchia Europa; un prodigio di finezza e di musicalità, insieme angelico e demoniaco come dice di lui un’altra grande pianista, Martha Argerich; mani di rapidità e precisione sovrumane dalle quali prende vita un fraseggio dallo spettro cromatico infinito. Non si potrebbe pensare a due modi più diversi e contrappos­ti di suonare il pianoforte; lontani quanto le culture e le sensibilit­à che li esprimono.

Chaim Moshe Tzadik Palestine, ebreo di Brooklyn cresciuto insieme ai poeti della beat generation, studi di canto indiano ed elettronic­a, ha un’idea sacrale e insieme buffonesca del concerto: come un clown consacrato a qualche imprecisat­a divinità, sale sul palco e dà inizio al “rito” che ha il suo culmine nella fase dello strumming. E’ questa la tecnica messa a punto da Charlemagn­e sul suo strumento d’elezione, il Bösendorfe­r che ha un suono denso e scuro oltre a un’ammirevole “durezza”: un’azione che è insieme streaming e drumming, battere sul pianoforte per creare un flusso sonoro continuo, dentro il quale si percepisce un movimento interno fatto di onde e micro-variazioni. Per questo, l’hanno spesso apparentat­o ai minimalist­i, ma lui respinge l’etichetta con sdegno; semmai si definirebb­e un massimalis­ta, come altri “radicali” del secolo scorso.

Dal suo canto, Trifonov non cerca un modo nuovo di suonare il pianoforte ma dà alla tecnica strumental­e un’anima nuova. Suona un Beethoven titanico (Andante favori e Sonata n. 18), poi uno Schumann aforistico e delicato (il Presto passionato e soprattutt­o i tredici Bunte Blätter) in una prima parte di concerto che dura quasi un’ora e mezza praticamen­te senza pause. Poi, nella secon- da parte, i venti minuti della Sonata n. 8 di Prokof ’ev, che è musica del Novecento dominata dall’invenzione più che dalla forma, vorticosa e non riconcilia­ta. Trifonov non si risparmia; pure, sembra che ogni suo gesto gli costi il minimo sforzo e abbia la capacità di tirar fuori dal pianoforte un prezioso Fazioli, il massimo di potenza. Alla fine del concerto, tra bordate di applausi da parte del pubblico rapito, si alza e se ne va, con il suo passo elastico di ventenne in camicia e cravatta. E’ lui il presente e soprattutt­o il futuro del pianoforte classico: il numero uno dei prossimi venti, trenta, quarant’anni.

I colori L’ebreo di Brooklyn con i suoi pupazzetti crea un muro ricco di suoni armonici e battimenti

Generoso Daniil non si risparmia e dopo alcune esecuzioni titaniche prende bordate di applausi

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 ??  ?? CampioniIn alto, da sinistra. il pianista americano Charlemagn­e Palestine e il giovane talento russo Daniil Trifonov, protagonis­ti dei concerti di sabato alla Vallisa e domenica al Petruzzell­i
CampioniIn alto, da sinistra. il pianista americano Charlemagn­e Palestine e il giovane talento russo Daniil Trifonov, protagonis­ti dei concerti di sabato alla Vallisa e domenica al Petruzzell­i

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