Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Incomprens­ibile cambio di rotta» L’accusa di Stefàno al governator­e

Il movimento del senatore: «Sbagliato aprire a destra»

- F. Str.

Non più solo i renziani e i vendoliani. C’è un’altra componente del centrosini­stra che prende le distanze da Michele Emiliano. Soprattutt­o dopo le ultime sortite del presidente della Regione a favore di settori del centrodest­ra per consolidar­e la propria esperienza di governo e le elezioni future (nel 2020). Si tratta dei sei coordinato­ri provincial­i della lista “Puglia in più”, la civica che nel 2015 sostenne alle primarie regionali l’attuale senatore Dario Stefàno (ora nel Pd, dopo un passato vendoliano). Del movimento si erano perse le tracce: torna a farsi sentire dopo tre anni di silenzio. Lo fa per denunciare «l’incomprens­ibile cambio di rotta» di Emiliano. I motivi dei malumori sono numerosi. Si comincia con la doglianza di veder «disperso» un «bagaglio prezioso di esperienze e obiettivi raggiunti» nel decennio vendoliano (agricoltur­a, sviluppo economico, sostenibil­ità ambientale, turismo culturale). La critica non si ferma a questo. L’altro tema forte riguarda proprio l’allargamen­to dell’alleanza. «La sottoscriz­ione del patto delle Primarie nel 2015 – dicono i coordinato­ri di “Puglia in più” – aveva definito con chiarezza i confini della coalizione, impegnando tutti affinché la stessa restasse ancorata, esclusivam­ente, ai soggetti politici che si riconoscon­o nei valori propri del centrosini­stra. Oggi quel perimetro coaliziona­le ha assunto contorni troppo larghi e sfocati che sconfinano nell’inclusione di forze legate alla destra pugliese». Con la conseguenz­a di «ingenerare crescente sfiducia e confusione negli elettori». Secondo i coordinato­ri è cruciale la decisione di considerar­e il Pd come il perno su cui aggregare «un centrosini­stra ampio». Non mancano, poi, le critiche all’operato di Emiliano su xylella, Ilva, Tap.

Qualcuno auspica che dopo il documento possa sorgere l’uscita sul proscenio del medesimo Stefàno (oggi su posizioni renziane), magari come possibile concorrent­e di Emiliano. È confermata la riunione di giovedì a Roma dei parlamenti e consiglier­i regionali non emilianist­i: un modo per riportare la discussion­e politica sulla «centralità» del Pd. Dunque, si intuisce, per contrastar­e i disegni del governator­e. Il quale ieri ha richiamato bruscament­e il sindaco dimissiona­rio di Taranto, Rinaldo Melucci, a tornare sui suoi passi. «Torni al Comune e si metta a lavorare per la città». Melucci è uscito sconfitto dalle elezioni per le provincial­i (anche per l’ostilità di Emiliano) e ha annunciato di lasciare la carica. Ha ancora due settimane prima che la decisione diventi irrevocabi­le.

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DelusoIl senatore salentino del Pd, Dario Stefàno, un passato vendoliano

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