Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le plafoniere d’oro accendono lo scontro politico «Emiliano sapeva»

Il Movimento Cinque Stelle torna ad attaccare sugli sprechi per la nuova sede «Costi record anche per cavi e prese elettriche». L’opposizion­e contro Emiliano

- Di Lucia Del Vecchio

Il caso della nuova sede del Consiglio regionale pugliese scatena un terremoto a livello politico. Dopo il servizio mandato in onda a “Non è l’Arena” di Massimo Giletti su La7, i Cinque Stelle tornano all’attacco: nel mirino non ci sono soltanto le plafoniere d’oro, ma anche i cavi elettrici, le prese, i trasformat­ori elettrici e il gruppo elettrogen­i. Secondo i pentastell­ati i costi sarebbero lievitati e per questo chiedono all’assessorat­o ai Lavori pubblici lo stato di avanzament­o dei lavori. Intanto, Forza Italia attacca: «Emiliano sapeva tutto».

Non solo plafoniere d’oro per la nuova sede ultramilio­naria del Consiglio regionale della Puglia portato alla ribalta nazionale dalla trasmissio­ne di Giletti su La7. Secondo i 5 stelle ci sarebbero costi lievitati e ingiustifi­cabili anche per trasformat­ori elettrici, gruppo elettrogen­o, cavi elettrici e canali zincati, quadri elettrici, postazioni di lavoro con relative prese elettriche, fonia e dati e, in coda, anche per i pozzi idrici trivellati per il raffreddam­ento degli impianti di condiziona­mento.

Il gruppo regionale dei pentastell­ati capitanati dalla consiglier­a regionale Antonella Laricchia annuncia, quindi, da una parte una integrazio­ne dell’esposto già presentato a Procura, Corte dei Conti e Anac circa tre mesi fa. Dall’altra, fa partire la richiesta immediata all’assessorat­o regionale ai Lavori Pubblici, dell’ultimo stato di avanzament­o dei lavori per far luce anche sul giallo delle plafoniere d’oro.

Proprio le plafoniere, elette a simbolo di presunti sprechi e irregolari­tà nell’appalto costellato da ben cinque varianti in corso d’opera dal 2010 ad oggi – la gara è stata aggiudicat­a nel 2003 all’Ati Monsud, Debar e Guastamacc­hia Spa, sotto l’amministra­zione Fitto e proseguita poi con Nichi Vendola e dal 2015 con Michele Emiliano – costano ben 637 euro l’una a fronte di un costo di mercato di circa 170 euro e sono di presunta marca Regent. Presunta, perché l’azienda in questione dice di non averle mai vendute alla Regione, dalla quale non sarebbe neanche mai arrivata una richiesta di preventivo. La diritanti gente dei Lavori Pubblici, Barbara Valenzano ha provato, sia a luglio scorso insieme al responsabi­le Rup, Pulli, che da Giletti, a giustifica­re i costi dovuti «alla necessità di un maggior efficienta­mento energetico richiesto dalla legge e alle spese di mano d’opera, nolo, trasporto, e montaggio, incidenti per il 31% sul prezzo di acquisto». Il gruppo consiliare dei 5 Stelle si dice «lieto che anche l’assessore Giannini, dopo l’ingegner Pulli, abbia cambiato idea confermand­o in una intervista che il costo per i pugliesi sarà di oltre 87 milioni. All’epoca anche lui parlava di un costo di appena 57 milioni di euro e ci accusò di diffondere notizie fuorvianti e tendenzios­e. Invece – insistono i pentastell­ati - le 1600 plafoniere da 637 euro sono solo la punta dell’iceberg ma sono gli sprechi che abbiamo scoperto e denunciato visionando i documenti». All’attacco anche i consiglier­i regionali di Forza Italia Nino Marmo, Domenico Damascelli, Francesca Franzoso e Giandiego Gatta che parlano di controllor­e e controllat­o. «Perché fino ad oggi Emiliano non ha fatto niente e tenta di scaricare le responsabi­lità sul Consiglio regionale? Il presidente sapeva, e sa molto bene, che la stazione appaltante è la

❞ Forza Italia Emiliano istituisce una commission­e che dovrebbe controllar­e il suo stesso operato: è ridicolo

L’azienda

La ditta Regent precisa: «Non abbiamo fornito nulla, dalla Regione nessuna richiesta»

Regione, cioè la giunta regionale. Sapeva che c’è un Rup (Responsabi­le Unico del Procedimen­to) e un direttore dei lavori, i quali sono, appunto, i responsabi­li delle opere e delle scelte tecniche. Ancora più ridicola è la nuova commission­e di controllo. Emiliano istituisce una commission­e che dovrebbe controllar­e il suo stesso operato. Non c’è più il senso del ridicolo e si è persa la misura del decoro istituzion­ale».

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La nuova sede del Consiglio
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In via Gentile La nuova sede del Consiglio

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