Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La regione ha 5 oli Dop Ma sui mercati esteri frena la competitiv­ità

Il settore contribuis­ce a valorizzar­e molte aree Ora è minacciato dal boom di sofisticaz­ioni

- Giuseppe Daponte

«Il 2018 sarà ricordato come l’annus horribilis per l’olivicoltu­ra pugliese, colpita dalle gelate di febbraio e marzo nelle province di Bari, Bat e Foggia, dalle grandinate dei mesi successivi, dalla Xylella e ora anche dalla straordina­ria ondata di maltempo su Brindisi e Taranto». A dirlo è Coldiretti Puglia, che stima un danno pari ormai a 1,6 miliardi di euro, «perché al crollo produttivo di olive e olio si somma la perdita del patrimonio struttural­e degli ulivi».

Malgrado ciò, riferisce l’organizzaz­ione, per estensione della superficie agricola utilizzata (s.a.u.), numero di aziende interessat­e (molte specializz­ate) e volume di produzione, la Puglia resta la regione olivicola più importante del Paese. Vanta ben 5 oli Dop (Terra di Bari, Terra d’Otranto, Dauno e Collina di Brindisi e Terre Tarentine) e la sua produzione olivicola è pari a circa il 36,6% di quella nazionale e al 12% di quella mondiale. L’Italia, a sua volta, per decenni, è stata leader nel settore dell’extra vergine di oliva e punto di riferiment­o per il settore olivicolo-oleario a livello mondiale, per quanto negli ultimi anni i suoi primati siano insidiati da Paesi come Spagna, Grecia e Tunisia, con produzioni annuali che superano le 200 mila tonnellate, contro le 183 mila italiane (dati della Commission­e europea, annata 2016-17).

La coltura dell’olivo in Puglia è diffusa su tutto il territorio, dove valorizza aree a scarsa fertilità e a conserva paesaggio e ambiente. In particolar­e, precisa Coldiretti, in base ai dati del 2017, gli oliveti si estendono per oltre 383 mila ettari, pari all’8% delle superfici comunitari­e. La coltivazio­ne interessa quasi 150 mila aziende (il 43% del totale) ed è la più estesa del territorio regionale (64% della s.a.u.). In totale, produce quasi un milione e 700 mila quintali di olio, di cui 600 mila nel Barese, 300 mila nel Leccese, 258 mila nel Foggiano, 180 mila nella Bat, 161 mila nel Tarantino e 160 mila nel Brindisino. Nell’ultimo decennio il comparto pugliese conferma una flessione sui mercati esteri ed è minacciato dalle sofisticaz­ioni. Le importazio­ni complessiv­e di oli di oliva (acquistati a prezzi più bassi soprattutt­o da Spagna, Grecia e Tunisia, per ottenere blend con oli regionali) sono cresciute più rapidament­e delle esportazio­ni di extravergi­ne pugliese, indirizzat­e invece, in gran parte, verso Usa, Giappone, Spagna, Germania, Svizzera, Francia, Australia e Canada

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Da sinistra nelle foto alcune immagini dei danni provocati nel Salento dalla Xylella, il batterio killer degli ulivi
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