Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Nuova sede, nessuno spreco a Milano hanno speso di più»

L’assessore alle Opere pubbliche Giannini respinge l’accusa di sprechi L’immobile di Japigia al centro di due inchieste di Procura e Corte dei Conti

- Di Francesco Strippoli

Lancia un appello alle opposizion­i, e in particolar­e al Movimento Cinque Stelle, affinché la politica esca dalla logica dello scontro. E soprattutt­o respinge l’accusa di sprechi. L’assessore regionale alle Opere pubbliche Gianni Giannini non ha alcun dubbio: la nuova sede del Consiglio regionale - ribadisce in un’intervista al Corriere del Mezzogiorn­o - non è antie- conomica ed è ispirata da criteri legati al risparmio energetico. Giannini, dopo la bufera innescata dal caso plafoniere, finite al centro delle polemiche perché costate 637 euro ciascuna, precisa poi che altre Regioni hanno speso di più. «In Lombardia - dichiara l’assessore - il Consiglio è costato 400 milioni, in Emilia Romagna 250, in Piemonte tra 200 e 300».

«Voglio dire una cosa prima delle domande. Penso che la politica debba recuperare un certo grado di serenità nella dialettica tra le parti. Non è possibile che tutto sia declinato nella logica dello scontro. Non si può pensare che da una parte siano schierati gli onesti e dall’altro il demonio». L’assessore alle opere pubbliche Gianni Giannini (Pd) si riferisce al contrasto che ha opposto la giunta al M5S sulla nuova sede del Consiglio regionale.

Cosa non l’è piaciuto delle denunce del M5S?

«Si pensi al valore della costruzion­e. I 5 Stelle, su tutti la collega Laricchia, hanno detto, sbagliando, che ammontava a 95 milioni. Sembrava si fossero accorti dell’errore. E invece, pochi giorni di pausa ed è ripreso il ritornello».

Dica lei, allora.

«Il valore della costruzion­e è 56 milioni. La somma a disposizio­ne – prevista nel cosiddetto quadro economico, cioè lo stanziamen­to deciso – è 87 milioni. Alla costruzion­e, infatti, si deve aggiungere Iva, oneri per la sicurezza, imprevisti. Il quadro economico di 87 milioni non è mai mutato. Le varianti intervenut­e in corso d’opera sono state valutate e regolate dal responsabi­le unico di procedimen­to (Rup, dirigente della Regione, ndr) e dalla Direzione dei lavori (profession­isti esterni, ndr)».

I 5 Stelle hanno avanzato dubbi cospicui.

«Se ci sono dubbi sulla gestione da parte delle figure preposte, si presenta il caso e lo si discute. Ma non è andata in questi termini. Tuttavia, prendo atto che Laricchia, da qualche giorno, ha smesso di alludere a ipotesi di reato e parla di possibili sprechi».

Lo spreco non è grave? «Che sia spreco lo dicono i 5 Stelle. I quali non si sono accorti di ciò che è stato realizzato in termini di adeguament­o tecnologic­o, efficienta­mento energetico, tutela dell’ambiente. Questo non è spreco. Per noi corrispond­e alla nostra idea di decarboniz­zazione».

C’era il campo da calcio, da tennis e la sala fitness.

«C’era. Quando sono arrivato io, tra il 2013 e 2014, ho suggerito alla giunta (Vendola, ndr) di eliminarli. Non mi sembravano compatibil­i con la funzione dell’immobile. Che si doveva fare, uscire e andare a fare la sauna? A me sembrava paradossal­e».

E le plafoniere da 637 euro ciascuna?

«La legge era cambiata e quelle previste nel capitolato originario non erano più a norma. La procedura in questi casi non muta: il direttore dei lavori individua un modello sul mercato e lo propone. Ma senza dire all’azienda appaltatri­ce di volere quel modello e solo quello, perché ciò sarebbe in contrasto con il principio della concorrenz­a». A quel punto?

«Si realizza il cosiddetto “concordame­nto prezzi”: costo di listino, trasporto, Iva, montaggio. Sul totale si applica il ribasso d’asta, identico a quello praticato in sede di gara (in questo caso il taglio è del 41,75%, ndr). L’azienda, poi, ha facoltà di andare sul mercato a trovare un modello compatibil­e a prezzo inferiore, realizzand­o un legittimo lucro d’impresa».

È ciò che è successo. Ma il costo non è eccessivo?

«Per dirlo bisognereb­be analizzare le caratteris­tiche tecniche del prodotto. Le lampade acquistate rispettano le norme a tutela del lavoro (per non disturbare la vista dei lavoratori), hanno un sistema di luminosità graduale (funzionano meno se c’è luce naturale), durano molto più a lungo. E consumano meno: il risparmio stimato sul nostro edificio è di 120 mila euro l’anno».

Il M5S denuncia la triplicazi­one delle postazioni di lavoro: da 300 a mille. Che dice?

«Un’obiezione che fa ridere. Vogliamo trasferire in quell’area la maggior parte dei nostri uffici per non stare più in immobili privati. Siamo colpevoli anche perché vogliamo smettere di pagare gli affitti»?

Sul caso indaga la Corte dei conti e la procura.

«Va benissimo, purché verifichin­o rapidament­e la fondatezza dei rilievi mossi. Così si potrà recuperare la serenità di chi governa».

Lei crede davvero che non ci siano stati sprechi?

«Io credo proprio di no, vedremo con il collaudo. Il costo complessiv­o è di 56 milioni più Iva e altri oneri. Il nuovo edificio costerà, a metro cubo, meno di quanto possa costare una casa popolare. In Lombardia, il Consiglio è costato 400 milioni, in Emilia 250, in Piemonte tra 200 e 300».

Le polemiche La politica deve recuperare serenità, non può esserci sempre scontro

Altri più spendaccio­ni In Lombardia hanno speso 400 milioni, in Emilia Romagna 250, in Piemonte tra 200 e 300

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Il caso plafoniere A sinistra la nuova sede del Consiglio, in alto la plafoniera dell’azienda austriaca Zumtobel e in basso il rendering del progetto
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Appello al dialogo L’assessore regionale Giannini invita il M5S ad abbassare i toni

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