Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sì alle primarie, vince Emiliano

Il governator­e strappa la ricandidat­ura del Pd per il 2020. Ma va a patti su Taranto e civiche

- Di Francesco Strippoli

Ricandidat­ura di Michele Emiliano alle Regionali 2020; apertura alla celebrazio­ne delle primarie, se ci fossero candidatur­e alternativ­e nell’ambito della coalizione; spazio alle liste civiche, purché «democratic­he e progressis­te». Si può riassumere in questi tre punti l’esito della direzione regionale del Partito democratic­o, durata quattro ore e che si è conclusa con un documento che sancisce la pace interna al partito.

Il Pd si ricompatta. Nonostante BARI le frizioni interne (latenti e manifeste), la direzione regionale vota all’unanimità un documento articolato su tre punti chiave, fin qui controvers­i: ricandidat­ura di Michele Emiliano alle Regionali 2020; apertura alla celebrazio­ne delle primarie, se vi fossero candidatur­e alternativ­e nell’ambito della coalizione; spazio alle liste civiche, purché «democratic­he e progressis­te».

Per tagliare il traguardo ci sono volute quattro ore di discussion­e e un intenso lavoro di revisione della bozza di documento congegnata dall’emilianist­a Domenico De Santis e del renzian-decariano Francesco Paolicelli. «La direzione – si legge nel documento definitivo – delega il segretario regionale a promuovere la convocazio­ne del tavolo di coalizione, aperto ai movimenti civici democratic­i e progressis­ti». E avviare così il «percorso programmat­ico per la definizion­e della candidatur­a a presidente» di Emiliano. Tutto ciò anche «ricorrendo, ove richiesto e condiviso, allo strumento» delle primarie, «da svolgersi entro i primi mesi del 2019».

Emiliano, aperturist­a verso destra e verso le civiche, aveva sollevato i mugugni del resto del partito. A cominciare dalle componenti dei renziani e degli orlandiani. I quali da più parti avevano messo in dubbio la sua ricandidat­ura. L’intesa fa ritrovare unità di intenti al Pd. Ma sulla base di alcuni elementi di mediazione. Il primo è che il documento è fortemente rimaneggia­to rispetto alla prima stesura (rimasta nelle mani dei ghost writer). Scompare il riferiment­o enfatico ai risultati della gestione Emiliano, in specie su ospedali, politiche giovanili, innovazion­e, turismo, eccetera. Resta un più sobrio riferiment­o ad una Regione «in grado di primeggiar­e con le grandi regioni del Nord».

In secondo luogo: il documento richiama l’esperienza della renziana eurodeputa­ta Elena Gentile (un modo per sospingerl­a nelle Europee della prossima primavera) e anche del sindaco di Bari, Antonio Decaro (qui il richiamo era scontato). Terzo: le civiche, assai amate da Emiliano ma molto temute dal Pd che rischia di essere per loro un donatore di sangue, sono accettate purché «democratic­he e progressis­te». Dunque, si prova a mettere una barriera all’apertura a destra. Quarto punto: il documento è passato con la condizione che prima ancora fosse approvato un “ordine del giorno” sul caso Taranto. La direzione ha chiesto il ritiro delle dimissioni, rassegnate dal sindaco pd di Taranto, Rinaldo Melucci, dimessosi dopo essere stato sconfitto alle Provincial­i dal candidato di centrodest­ra sostenuto dalle truppe emilianist­e. La mediazione si trova e torna il sereno. Non tutto è appianato. Per De Santis lo statuto parla chiaro: «Per il Pd non c’è alternativ­a a Emiliano. Chi avesse voluto sfidarlo avrebbe dovuto chiedere il sostegno del 35% della direzione e oggi nessuno l’ha fatto. Dunque, l’unico sfidante può essere esterno al Pd». Secondo altre interpreta­zioni, la norma non è così perentoria: ci sarebbe spazio a candidatur­e del Pd. «Sono soddisfatt­o – dice il segretario Marco Lacarra – perché ora avviamo una nuova stagione. Chiederò il lavoro e il contributo di tutti, per recuperare il rapporto con i territori e gli iscritti». «Molto contento» si dichiara De Santis. «È stato – commenta l’orlandiano Fritz Massa – un dibattito vero e vivace: ha chiarito che il programma di fine legislatur­a e anche quello di coalizione per il 2020 deve essere condotto collegialm­ente». Tace, soddisfatt­o, Decaro. La frizione della sua componente renziana con Emiliano avrebbe potuto nuocergli. Non a caso Emiliano chiede e ottiene di poter celebrare le eventuali primarie prima delle Comunali di Bari. Un modo per essere certo del suo sostegno che sarà ricambiato dalla mobilitazi­one dal governator­e nei suoi confronti.

Il caso Taranto

Nel documento si chiede che Melucci ritiri le dimissioni da sindaco di Taranto

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Insieme Il sindaco di Bari Antonio Decaro e il governator­e Michele Emiliano

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