Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Solfrizzi: «Commosso dall’affetto del pubblico»
L’attore per quattro sere all’Abeliano (tutto esaurito) e domani alla Feltrinelli
Emilio Solfrizzi a teatro. Ed è subito sold out. Quattro serate, da oggi a domenica, neanche un posto libero al Nuovo Teatro Abeliano per il secondo appuntamento della stagione di prosa del Comune di Bari organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese. L’attore barese è protagonista accanto a Paola Minaccioni, Bruno Armando e Viviana Altieri di A testa in giù (L’envers du decor), raffinata commedia sulle relazioni umane scritta da Florian Zeller: un testo di grande successo in Francia, diretto e interpretato da Daniel Auteuil, che poi ne ha tratto il film Sogno di una notte di mezza età (in cui recita con Depardieu), uscito a ottobre scorso in Italia. Un altro abbraccio dei baresi per l’ex Toti, che sarà anche domani alle 18 alla Feltrinelli per presentare col sodale Antonio Stornaiolo il romanzo Il castigo di Dio di Marcello Introna.
Solfrizzi, che ne pensa dell’accoglienza dei baresi? Quattro date sold out.
«Sono sempre commosso per tanto affetto. Sono orgoglioso: hai presente quando fai una cosa bella e la vuoi portare a casa per farla vedere alla tua gente? Mi aspetto che il pubblico venga a teatro con la curiosità e l’apertura mentale che questo testo merita».
Dopo Feydeau e Molière, torna a cimentarsi con un autore francese, stavolta contemporaneo. C’è qualche adattamento per l’Italia?
«Abbiamo scelto di non toccare il testo, di non edulcorare. Il regista Gioele Dix ha lasciato anche i nomi e l’ambientazione parigina che regala quella supponenza essenziale allo spettacolo, contrapposta all’italianità di
noi attori. La qualità drammaturgica dei grandi autori sta proprio nel saper parlare a qualsiasi pubblico».
Ha avuto modo di vedere lo spettacolo di e con Auteuil?
«Sono andato al Théâtre de Paris dove è stato un trionfo per tre anni. Zeller mi ha accolto personalmente, era felice di conoscere un attore che aveva viaggiato dall’Italia per vedere lo spettacolo. Lui è una superstar, a poco più di 20 anni era già tra gli autori contemporanei più tradotti nel mondo. Quella sera ho parlato anche con Auteuil che ha voluto conoscermi e darmi dei consigli sul nostro lavoro. Non ho visto il film, ma lui è un attore immenso, quindi ha sempre ragione (ride)».
Qual è la particolarità di questa sofisticata pièce?
«Lo spunto è semplice: Daniel, stimato editore, invita a cena, contro il consiglio di sua moglie, il suo migliore amico Patrick e la sua nuova ragazza, molto più giovane di lui, Emma, per la quale Patrick ha lasciato la moglie. La cena per farcela conoscere mette in discussione tutte le nostre convinzioni alto borghesi. Un percorso feroce da cui nessuno esce indenne. L’invenzione geniale è esplicitare anche i pensieri dei personaggi, che sono quasi sempre in contraddizione con le parole dette: con un ritmo formidabile ci si trova a decidere cosa viene sul serio detto e cosa solo pensato».
Avrà anche modo domani di presentare un libro con il suo amico Stornaiolo. Toti e Tata in libreria sembra già un format.
«La verità è che mi sono innamorato della qualità straordinaria della scrittura di Marcello Introna. Quando ci ha chiesto di partecipare, ho pensato fosse bello che volesse portarci dentro la sua storia. Non per fare uno spettacolo o alleggerire con Toti e Tata, ma solo per il piacere di stare insieme in una serata in cui si celebra un libro che racconta una Bari perduta in modo così potente. Meno Toti e Tata, più Antonio ed Emilio, artisti baresi che stanno vicino ad un barese di talento con leggerezza».
Il suo futuro?
«Non posso svelare nulla, se non che valuto vari progetti. Ho investito nel teatro quando ho iniziato a percepire un’involuzione televisiva. A 56 anni il più bel regalo che posso farmi è fare cose di qualità. Non ne vedo molte purtroppo in giro. Di sicuro mi piacerebbe raccontare la Puglia, al di là della cartolina».