Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al Libertà calo dei reati Salvini: «Avanti così»
A distanza di due mesi dalla sua visita del 13 settembre, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha espresso soddisfazione per il calo dei reati (-35%) al quartiere Libertà di Bari rispetto allo stesso periodo del 2017.
Ai residenti del quartiere Libertà di Bari aveva promesso una maggiore presenza di agenti di polizia per arginare la dilagante escalation criminale di extracomunitari e esponenti dei clan. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini — a distanza di due mesi dalla sua visita al rione barese — afferma che «i controlli funzionano e che al Libertà i reati sono in calo del 35 per cento». Il 13 settembre scorso il ministro aveva incontrato i residenti proprio tra le vie del rione e a loro aveva promesso che sarebbe presto intervenuto per risolvere i problemi potenziando subito il numero degli agenti.
«Abbiamo il dovere di fare sempre di più e sempre meglio, ma dal 9 agosto al 22 ottobre di quest’anno i reati nel quartiere Libertà sono calati del 35% rispetto allo stesso periodo del 2017» ha spiegato Salvini. Nel dettaglio — stando ai numeri forniti dal ministero — dal 10 agosto al 22 ottobre scorso, al Libertà sono state controllate e identificate 3.213 persone, eseguiti 197 posti di blocco, controllati 1.195 veicoli, controllati 32 esercizi pubblici , sono stati sequestrati 10 mezzi, recuperati 6 veicoli rubati e controllati 414 persone ai domiciliari.
«Non ci fermeremo qui, intendiamo aumentare il controllo del territorio — ha detto ancora — c’è un ministro dell’Interno che non dimentica Bari e il quartiere Libertà. Voglio mantenere le promesse, correggendo anni di malgoverno di centrosinistra» conclude Salvini. Erano stati proprio i residenti del Libertà, attraverso il movimento politico «Riprendiamoci il futuro» ad invitare Salvini a Bari. E lo avevano fatto con una petizione che non solo aveva messo insieme oltre cinquemila firme, ma aveva spiegato dettagliatamente le condizioni di vita nel quartiere. In particolare sulla situazione dei cittadini stranieri irregolari che «creano risse, tra loro e non solo. A queste vanno ad aggiungersi — scrivevano — giri di illegalità, quali prostituzione, spaccio e aperture di piccole attività commerciali di dubbia trasparenza e privi di autorizzazioni, carenti delle più elementari norme igienico sanitarie».