Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Casi di scabbia, clinica a rischio
La Regione minaccia di ritirare le autorizzazioni. Chiesti provvedimenti ad Asl e Comune
Dopo la Procura della repubblica anche la Regione vuole fare luce sui cinque casi di scabbia che si sono verificati il mese scorso nella residenza socio-sanitaria Adriatica di Bari. I dirigenti del Dipartimento di promozione della Salute hanno chiesto alla Asl di Bari e al Comune di rendere noti i provvedimenti adottati dopo le verifiche eseguite nelle scorse settimane. E nel caso fossero accertate «la mancata cura dell’igiene e degli ambienti» denunciate dal legale di uno dei due malati non è escluso che si arrivi alla revoca delle autorizzazioni.
Sono stati quasi tutti dimessi gli otto pazienti, fra cui cinque minori, ricoverati nei giorni scorsi dopo il focolaio di morbillo. Due dei tre adulti (un ventenne e due donne di 37 e 43 anni) che si trovavano nel Policlinico hanno lasciato l’ospedale ieri, l’ultimo dovrebbe uscire in giornata.
Rimane invece ricoverato al Giovanni XXIII il 16enne arrivato al pediatrico il 6 novembre scorso (cugino della bambina di otto anni da cui sarebbe partita l’infezione) ma le sue condizioni sono apparse in netto miglioramento.
L’emergenza dunque è alle spalle, anche se la vicenda ha spinto il Ministero della Salute a mettere a punto un piano per l’eradicazione del morbillo e della rosolia che riguarda i giovani tra i 16 e i 35 anni tagliati fuori dalla legge Lorenzin, che rende i vaccini obbligatori da 0 a 16 anni di età.
Sarebbero 800 mila i ragazzi che potrebbero ammalarsi con conseguenze spesso gravi, se non addirittura letali. «In Puglia – ha ricordato l’assessore regionale Salvatore Ruggeri – nei bambini fino a 36 mesi abbiamo raggiunto il target del 95% di vaccinati». La fascia più vulnerabile resta dunque quella dei giovani che potrebbe essere colpita da una malattia che se curata male - rischia di provocare danni serissimi.