Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Non solo le plafoniere Ecco su cosa si indaga
Negli uffici della giunta sono arrivati i faldoni con i documenti sulle procedure d’appalto La difesa per la “variante” dell’illuminazione a led: in venti anni risparmio di 1,5 milioni Regione, la bufera sui costi della nuova sede del Consiglio
Non ci sono solo le famigerate plafoniere d’oro nel mirino del collegio di vigilanza istituita dalla Regione Puglia per verificare la giustezza degli «acquisti» compiuti per la nuova sede del Consiglio regionale pugliese. Ai tecnici di Asset, intanto, saranno affidate tutte le verifiche tecniche sui materiali utilizzati nella costruzione.
Non solo le plafoniere d’oro. Ma anche altre forniture che non mettano in imbarazzo la Regione Puglia in prossimità dal trasferimento nella nuova «casa» di via Gentile. Perché il taglio del nastro della sede è previsto entro la fine dell’anno (limite che se non rispettato comporterebbe penali a danno delle imprese che stanno eseguendo i lavori) e il rischio di altre brutte figure è sempre alto. Quindi il collegio di vigilanza, nominato dal governatore Michele Emiliano per verificare eventuali irregolarità (ne fanno parte Gianni Giannini, Claudio Stefanazzi, Elio Sannicandro, Barbara Valenzano e Rossana Lanza) è stato invaso da faldoni di documenti che riguardano soprattutto gli acquisti. E per effettuare una valutazione tecnica si passerà alle perizie che saranno affidate ai tecnici di Asset (Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio) o affidate a consulenti esterni. Questo per tentare di disinnescare le obiezioni del Movimento 5 Stelle i cui consiglieri regionali hanno denunciato una serie di anomalie tra cui lo spreco delle 1.637 plafoniere pagate 637,11 euro l’una (prezzo che prima del ribasso era di 1.100 euro a pezzo) per una spesa complessiva di 1.042.949 euro (alla fine sono state montate plafoniere Zumtobel da 341 euro). La necessità di effettuare perizie? Tra le prime «difese» giunte al collegio c’è proprio quella del caso plafoniera. Negli allegati tecnici che giustificherebbero il cambio di prodotto (da punti luce neon a led) c’è il presunto risparmio energetico. Prevedendo un impiego di 4 mila ore/anno — è il ragionamento — si sarebbe avuto con la previsione di appalto a neon un consumo pari a 635.328 kwh contro i 236.096 kwh del led. Se si ipotizza un costo medio dell’energia elettrica pari a 30 centesimi a kwh si passerebbe da 190.598,4 euro annuali della vecchia versione ai 70.828,8 euro della nuova (evidenziando un risparmio di 119.769,6 euro/anno). Il maggior costo di installazione, perciò, verrebbe recuperato in 7 anni e per i rimanenti
❞ Antonella Laricchia Una mossa tardiva Qualcosa non quadra: oramai è sotto gli occhi dei cittadini
13 anni (20 anni è la vita media dei led) la Regione risparmierebbe 1.557.004,8 euro. Tutto ragionamento teorico come la durata di 20 anni (in realtà la garanzia è sul numero di ore d’utilizzo) che andrebbe associato alla logica evoluzione della tecnologia fino al 2038. «Mi chiedo — afferma Antonella Laricchia, consigliera del Movimento 5 Stelle — perché Emiliano non si sia mosso per tempo. Qui c’è un costo che è tre volte quello di una plafoniera delle stesse caratteristiche. Abbiamo indicato anche i modelli e gli altri enti pubblici che le hanno acquistate. C’è imbarazzo e la difesa di Regione, progettisti e azienda si sposta sempre su aspetti puramente tecnici. La domanda resta sempre la stessa: perché i cittadini devono pagare di più? Dalla progettazione dell’opera a oggi sono trascorsi 15 anni per costi complessivi pari a 87 milioni».
Ma per Laricchia sono tante le questioni da approfondire: «Tutte le relazioni giustificative delle varianti intervenute motivano la parte preponderante dell’enorme aumento del costo dell’opera, con l’esigenza dell’ “efficientamento energetico” dell’edificio. Purtroppo, però, questo non si è affatto riscontrato. Anzi, con le cinque varianti sono state addirittura maggiorate le potenze elettriche delle apparecchiature per rispondere ad un aumento dei consumi di energia elettrica. C’è qualcosa che non va e la cosa è evidente. Vale anche per altri costi aggiuntivi come i controsoffitti (200 mila euro) e le pareti divisorie (112 mila euro)».
Le perizie
Ai tecnici di Asset saranno affidate verifiche tecniche sui materiali utilizzati