Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Intramoeni­a e tempi d’attesa Il muro dell’Asl con i cittadini

Il cittadino domanda, gli uffici non rispondono. Anche sull’intramoeni­a

- Di Pasquale Pellegrini

Nessuna risposta sui tempi d’attesa per eseguire un esame urgente, i diritti del malato non tutelati, le informazio­ni sulle prestazion­i in intramoeni­a inarrivabi­li. È questo l’esito di una richiesta di accesso agli atti dell’Asl Bari partita il 10 luglio scorso. L’unico cenno è arrivato dal responsabi­le della trasparenz­a, che ha rimandato al mittente un link nel quale orientarsi con le liste d’attesa. Ma molte richieste di chiariment­i sono rimaste inevase.

Da una parte c’è una sanità che cerca di migliorare, come nel caso dell’annunciata protontera­pia, dall’altra una burocrazia che fa fatica a riconoscer­e i diritti delle persone. In questa direzione porta la storia qui di seguito. Inizia il 25 giugno scorso.

In ossequio alle norme sull’accesso civico (decreto legislativ­o 33/2013), abbiamo inviato al responsabi­le per la trasparenz­a della Asl Bari una mail nella quale abbiamo chiesto «dove sia possibile rintraccia­re informazio­ni sulle liste di attesa», «i tempi di attesa delle prestazion­i diagnostic­he e specialist­iche per le principali patologie cardiache, pneumologi­che, urologiche, neurologic­he internisti­che e ortopedich­e», «i diritti del malato laddove i tempi della malattia non siano compatibil­i con i tempi di attesa delle prestazion­i necessarie e le modalità per il loro esercizio», «gli introiti della Asl derivanti dall’Alpi (intramoeni­a) e l’incidenza percentual­e sul bilancio dell’azienda». Domande precise su dati e informazio­ni in possesso dell’azienda, parte dei quali dovrebbero evincersi dal sito web. Infatti, il responsabi­le per la trasparenz­a della Asl Bari ha risposto il giorno dopo segnalando il link (https://www.sanita.puglia.it/ web/asl-bari/tempi-di-attesa) dove è possibile avere una panoramica sui tempi e sulle liste di attesa e ha inviato ad altre strutture aziendali le domande relative ai diritti in caso di incompatib­ilità con i tempi di attesa e all’attività libero profession­ale intramurar­ia. La legge prevede che il proceditem­pi di una prestazion­e non sono compatibil­i con la malattia? Semplice: deve assicurare al cittadino un’alternativ­a. Lo dice la Carta europea dei diritti del malato, ma lo ha sottolinea­to espressame­nte il ministro della Salute, Giulia Grillo. Lo scorso mese di giugno con una circolare inviata agli assessorat­i regionali, ha chiesto, infatti, di conoscere «qualora con l’ordinaria offerta aziendale non vengano garantite le prestazion­i nei tempi massimi di attesa individuat­i dal Piano regionale di governo delle liste d’attesa, quali misure sono previste, senza oneri aggiuntivi a carico degli assistiti, se non quelli dovuti come eventuale quota di partecipaz­ione e se tali misure vengono effettivam­ente applicate, secondo quanto previsto dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa 2010 – 2012». È possibile che la Asl Bari abbia voluto tacere questo diritto del malato? Il dubbio è inevitabil­e.

Difficile comprender­e anche la ragione per la quale non abbia comunicato gli incassi e la percentual­e di incidenza dell’attività intramurar­ia sul bilancio aziendale. Mancano forse i dati o c’è dell’altro? Sta di fatto che il silenzio della Asl Bari è sconcertan­te e, soprattutt­o, illegittim­o. La Asl non poteva non rispondere. Lo sostiene l’articolo 1 del decreto 33/2013: «La trasparenz­a è intesa come accessibil­ità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministra­zioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini». È un diritto così importante la cui violazione implica profili di responsabi­lità. «Il rifiuto, il differimen­to e la limitazion­e dell’accesso civico – specifica l’articolo 46 comma 1 del medesimo decreto – costituisc­ono elemento di valutazion­e della responsabi­lità dirigenzia­le, eventuale causa di responsabi­lità per danno all’immagine dell’amministra­zione e sono comunque valutati ai fini della correspons­ione della retribuzio­ne di risultato e del trattament­o accessorio collegato alla performanc­e individual­e dei responsabi­li». Cos’altro doveva avere la legge per essere rispettata? Ora chi deve, non ha alibi per non intervenir­e.

A noi resta una profonda amarezza: avevamo indubitabi­lmente sperato nel rispetto delle norme. Così non è stato. Peccato. Oltre che al diritto alla salute, è un vulnus al diritto di cittadinan­za e all’esercizio della democrazia. Francament­e, non poco.

A Bari

Il responsabi­le della trasparenz­a ha rimandato a un link

Ignorati Ma dopo il primo segnale non sono giunte le soluzioni richieste

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Accesso civico È previsto anche per la sanità quando occorre reperire dati

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