Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Gentile Candida, ho letto la lettera di Giorgia accusata dai suoi amici di essere troppo «selettiva» in fatto di uomini. Anche io, come lei, aspetto ancora il principe azzurro. La Giorgia che le ha scritto mi sembra che sia, mi perdoni la signora, un po’ altezzosa. Io, piuttosto, mi sento un’inguaribil­e romantica. Amo l’idea che arrivi l’uomo perfetto, che mi porta via e da quel momento viviamo felice e contenti. I miei nonni hanno avuto un amore così, si sono amati tutta la vita e sono morti a un giorno di distanza. Quest’uomo che è la mia anima gemella l’ho cercato sempre, a volte l’ho inseguito, ma oggi è raro trovare uomini così ed è ancora più difficile conquistar­li. Per me, almeno, che ho una vita abbastanza grigia e non più le attrattive di tante ragazze ormai più giovani di me. È raro ormai trovare un uomo galante, gentile, che sia protettivo e voglia prendersi cura di qualcuno. Sono stata educata, forse, troppo all’antica. Ho un lavoro, sono indipenden­te, anche se il mestiere d’insegnante è diventato faticoso e avaro di soddisfazi­oni, ma sarei pronta a rinunciare a tutto per un amore di quelli immensi. Ma incontro uomini presi da sé stessi, egocentric­i, cinici. Lei ha risposto a Giorgia dicendo che si fissa sui difetti e non coglie le potenziali­tà. Ma, mi creda, io questo potenziale non lo vedo mai. Perché non c’è un uomo desideroso di prendere una donna e farla regina? Giovanna

Cara Giovanna, quando eravamo bambine, tutte abbiamo sognato il principe azzurro. Oggi, c’è un filone di pensiero che definisce sessiste le fiabe di Cenerentol­a, della Bella Addormenta­ta, di Biancaneve, perché lei è indifesa e fragile e ha bisogno di essere salvata, o perché lui la bacia mentre è addormenta­ta, senza il suo consenso, come un Weinstein qualunque. Ci sono film, come Maleficent, con Angelina Jolie, dove il principe è talmente debosciato che, per svegliare la principess­a con un bacio, deve essere portato a braccia sul suo letto di morte. In modo strisciant­e, stiamo demolendo la figura maschile e il risultato è che si uccide la coppia. Le favole sono storie nate in tempi in cui gli uomini conquistav­ano il mondo e le donne stavano a casa e curavano il focolare. Oggi, le cose vanno diversamen­te, per fortuna, e sarebbe anacronist­ico immaginare il bel cavaliere che ci cambia la vita offrendo ricchezza e protezione. Quando le aspettativ­e sono troppo alte, si guarda per aria e si finisce per inciampare e capitombol­are. Quelle fiabe di principess­e e cenerentol­e salvate da peripezie e povertà, però, non andrebbero considerat­e alla lettera, perché sono invece la metafora di qualcosa di più grande. Il principe azzurro non è quello che arriva sul cavallo bianco, ma è l’uomo che arriva e ci rende migliori di ciò che siamo. Nelle fiabe, ci salva dai pericoli e dalla povertà, nella realtà, ci salva dall’inaridimen­to, da quella parte di noi che si appassisce, se non la evolviamo amando un altro essere umano. Amiamo, nel principe azzurro, come in ogni uomo, la magnificen­za del suo animo, amiamo in lui ciò che dobbiamo diventare. Il principe azzurro è una proiezione di ciò che possiamo essere. L’altro equivoco è credere che il principe sia perfetto. Però quello delle favole sembra tale perché Biancaneve, già la prima volta, lo vede con gli occhi dell’amore. E non solo perché fino a un attimo prima ha vissuto con sette veri nani, ma perché, nella sua purezza, vede in lui il buono che c’è e che può esprimere al meglio in un rapporto. A volte, nelle favole, la ragazza s’innamora del rospo e, solo quando se ne innamora, lui si trasforma in principe. Come scrivevo a Giorgia due settimane fa, gli uomini che oggi sembrano «i migliori» ma che sono già accompagna­ti ad altre sono gli stessi che, anni fa, avevamo scartato perché non sembravano alla nostra altezza. I rospi di ieri sono i principi di oggi, perché amando hanno evoluto se stessi. In nessuna favola si racconta mai che cosa significhi «e vissero felici e contenti», perché quella parte della storia sarebbe troppo complessa per un bambino. Quello che succede dopo, è che ciascuno dei due mette in quell’amore anche il nero che ha e, per amore, cambia. Lei, Giovanna, sogna qualcosa d’impossibil­e. Dice di desiderare un uomo che la renda regina, ma ha il coraggio di guardare negli occhi qualcuno e farlo sentire un principe? Le consiglio la visione di una performanc­e di Marina Abramovic, che sta per quattro minuti in piedi davanti a un uomo che le tende contro il cuore un arco con la freccia. Quello

sguardo e quella fiducia sono il presuppost­o per incamminar­si sulla strada del sogno.

Trittico amoroso

Cara Candida, sono innamorato di tre donne e non so come uscirne. Una sola delle tre sa di non avere l’esclusiva, con le altre due mi barcameno, ma sta diventando un inferno. Con queste due va avanti ormai, in contempora­nea, da tre anni, e io non so più come gestire la cosa. Una, per fortuna, vive in un’altra città, ma ormai vuole venire qui da me sempre più spesso e comincia a sospettare qualcosa. I miei amici, cominciano a manifestar­e malumore perché, quando l’altra arriva, li costringo a frequentar­ci come se niente fosse. Devono fare battute, esagerare il racconto della mia solitudine in sua assenza eccetera. Il tema è che io scoppio di vita, ho energia, voglia di fare. Se riesco ad avere tre donne contempora­neamente, perché me ne dovrei privare? Capisco che visto da fuori posso sembrare superficia­le, ma ho una vita piena, vivo a una velocità mille volte superiore a quella delle persone normali, dentro questo vortice di lavoro, adrenalina, ci sta anche che veda tre donne e che, almeno due, le ami senza riuscire a decidere per una o per l’altra. Quella della mia città è dolce e docile, l’altra è una che mi tiene sulle spine. Mi affascina questa capacità di tenere legate due donne così diverse. Come scegliere? Mario

Caro Mario, per uno che vive «a una velocità mille volte superiore a quella delle persone normali» due fidanzate e un amante mi sembrano decisament­e poche. Mi stupisco che un superuomo come lei non abbia considerat­o l’opzione di trovarsi una quarta e anche una quinta fidanzata, e una sesta e una settima e così via. Forse, scoprirebb­e che le ama tutte allo stesso modo perché ciò che ama, in realtà, è se stesso, con i suoi superpoter­i da uomo di potere. Quelli che le consentono di manipolare i sentimenti di fidanzate e amici. La bigamia è tipica di chi ha un’alta opinione di sé, almeno finché le fidanzate non lo smascheran­o e lo lasciano.

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Il film Angelina Jolie in Maleficent di Robert Stromberg

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