Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
FILO DIRETTO
«Caro Dottore, mio padre è in cura, per una maculopatia bilaterale, da oltre tre anni presso un oculista. Inizialmente faceva solo terapia medica mentre, da un anno a questa parte, lo specialista ci ha consigliato di passare, per un occhio, ad una terapia con punture intravitreali. I risultati sono stati immediatamente buoni, ma adesso, dopo la quinta puntura, mio padre che è ormai ottantenne si chiede se dovrà farle a vita o se ci sono delle alternative».
«La patologia di cui soffre suo padre è, con ogni probabilità, la degenerazione maculare senile. Se ne riconoscono sostanzialmente due forme: una secca, da trattare solo con terapia medica e una cosiddetta umida, per la quale si prescrive una terapia con farmaci intravitreali. In genere, si esegue una prima serie di tre intravitreali, una ogni mese. Poi si cerca di personalizzare il trattamento, studiando la cosiddetta periodicità ottimale personale, che può frequentemente essere bi-tri o quadrimestrale. Tali trattamenti, seppur invasivi, sono praticamente indolore e a bassissima (quasi nulla) incidenza di effetti collaterali. Inoltre, permettono di migliorare o, quantomeno, stabilizzare la vista e, quindi, consentono di mantenere se non la capacità di lettura e di guida, quantomeno la cosiddetta autonomia visiva».