Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La fermata a San Nicola del Grand Tour di Daverio
Pubblichiamo uno stralcio dal capitolo dedicato a Bari e a San Nicola (la basilica e il santo)
Esce oggi il nuovo libro di Philippe Daverio, Grand Tour d’Italia a piccoli passi (Rizzoli, pp. 416, euro 32.90). Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo una parte del testo dedicato a San Nicola nel capitolo «Puglia anno Mille: la chiesa che scruta il mare».
Bari oggi è città molto operosa, e quindi piena di rumori, ma quante volte nei silenzi delle albe tragiche degli inizi del secondo millennio sono partite da qui spedizioni pericolose e azzardate, seppur spesso gloriose. Due sono le piu interessanti: quella che a Bari portò i resti di san Nicola e quella che da Bari fece partire la prima crociata. Accadde tutto in meno di dieci anni, e sempre davanti alla facciata bianca della Basilica di San Nicola. Un tempo l’edificio aveva funzione civile, in quanto ospitava il catapano di Costantinopoli, ovvero l’amministratore ufficiale per conto dell’Impero bizantino, il funzionario più importante dell’Italia meridionale, che giustamente aveva un quartier generale all’altezza della sua funzione. Il catapano, con l’arrivo dei Normanni, fece le valigie e se ne tornò in Oriente; il suo palazzo invece, trasformato radicalmente secondo i parametri architettonici romanici portati dagli Uomini del Nord, divenne l’attuale Basilica.
In una visione moderna dell’estetica, San Nicola di Bari è forse una delle chiese più belle del mondo: disegnata, contenuta, quasi concettuale. Eppure non è il prodotto di un accurato studio architettonico, bensì di una serie di compromessi del pensiero e della politica, ed è per questo che visitarla equivale a compiere un’indagine storica che si dipana esclusivamente fra pietre e sculture. (...)
Una successione di misteri architettonico-decorativi che, a pochi metri dalla cancellata che ne protegge la tomba, ci riporta al vero e più grande mistero, ovvero perché nel 1087 una sessantina di marinai decise di affrontare il mare e i suoi pericoli per giungere fino a Myra, rubare le reliquie di san Nicola e trasportarle qua. Non è solo una questione religiosa, ma soprattutto politica e forse anche commerciale. San Nicola, a partire dal Sette Ottocento, diventa uno dei santi più venerati in tutta Europa. C’è anche una testimonianza di Niceta di Paflagonia, un predicatore greco, che nel IX secolo lo dipinge come il santo più invocato dai cristiani dopo Gesù e la Madonna.
In Oriente intanto la situa--
slogan, in quel francese che parlavano tutti allora: «Deus lo vult».
Le strade intraprese sono parecchie per andare a Oriente. Quelli di Ratisbona scenderanno lungo il Danubio e andranno a perdersi vicino a Costantinopoli. Ma i più fortunati passeranno proprio da Bari e prenderanno la via verso Durazzo-Valona, o quella diretta in mare fino alla Palestina. Il 3 giugno 1098 Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo, si impadronisce di Antiochia e ne diventa il principe. Un Normanno barese e principe d’Oriente.
Nel 1099 i crociati prendono Gerusalemme, e nel frattempo il 3 ottobre 1098, proprio in questa cripta appena costruita, davanti al corpo del santo, Urbano II convoca tutta la cristianità e apre il Concilio di Bari. La riunione si proponeva innanzitutto di tentare una riapertura di dialogo con le chiese d’Oriente, oltre che di risolvere la questione fondamentale della definizione della Trinità. E vi fu un dibattito determinante, perché una sera papa Urbano II chiese un intervento all’arcivescovo Anselmo. Era tardi, lui si scusò e disse che era meglio ridiscutere la questione al mattino dopo. L’indomani erano tutti in grande attesa e Anselmo, nella sua lunga dissertazione, inventò una distinzione fondamentale per il pensiero successivo, tra la figura di Dio Padre, la figura del Figlio e la figura dello Spirito Santo. Dio Padre e deus de quo deus est («Dio in sé»), la figura del Figlio e dello Spirito Santo sono deus de deo. Quella mattina a Bari si gettarono i semi per due importanti cose: la Scolastica, quella di cui sarebbe stato il gran maestro san Tommaso d’Aquino, e un’ipotesi di unione con i Greci, seppur sempre sotto il dominio del papato.
Bari scomparve dalla carta della geografia politica a metà del XII secolo, a opera sempre di un Normanno diventato re di Sicilia e dal carattere molto più feroce dei suoi predecessori: Guglielmo I, soprannominato «il Malo» non a caso. Ma l’acquisizione delle reliquie di san Nicola da parte dei baresi ha avuto una svolta inimmaginabile nel nostro quotidiano, o quasi. Gran parte della notorietà del santo viene da uno dei suoi gesti più famosi, e non si tratta neanche di un miracolo. Semplicemente, lui diede tre borse d’oro a tre fanciulle alle quali mancava la dote per potersi sposare: ma senza farsi vedere, lasciandole scivolare dentro le loro finestre. È ovvio che, con gli anni, la finestra sia diventata il camino dal quale scende Babbo Natale con i suoi doni…