Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bari ultima in Puglia per la vivibilità Decaro: non ho colpe
Al 103esimo posto in Italia, ultima in Puglia. È il verdetto per l’area metropolitana di Bari affibbiato ieri da Italia Oggi nel suo rapporto annuale sulla vivibilità. «Gli indicatori presi in esame - ha commentato Decaro - c’entrano poco con le competenze dei sindaci».
Via libera in quarta commissione alla proposta di legge (firmata da Donato Pentassuglia, Pd) che conferma la gestione dell’acqua nelle mani dei consorzi di bonifica. La norma elimina una disposizione inserita nella precedente riforma (legge 1 del 2017). Questa prevedeva che, a partire dal primo dicembre 2018, la gestione dell’acqua a fini irrigui transitasse dai consorzi all’Acquedotto, nel caso in cui la giunta regionale avesse accertato «il mancato rispetto dei criteri di economicità e di equilibrio finanziario». La situazione è tale (soprattutto per lo squilibrio del bilancio) che era ovvio attendersi il passaggio della gestione ad Aqp. La proposta approvata elimina il passaggio e conferma l’autogoverno degli agricoltori anche in materia di acqua. Il testo è passato con il voto favorevole di tutti i consiglieri, tranne Enzo Colonna (Noi a sinistra). Questo, in compagnia di Fabiano Amati (che non ha votato in quanto non componente della commissione), parla di «inspiegabile retromarcia». Per entrambi il principio dell’autogoverno degli agricoltori non può significare che la Regione, cioè i contribuenti, continuino a coprire i costi di gestione dei consorzi. «Questi enti - dice Amati - sono noti e voraci carrozzoni della storia amministrativa pugliese». La Regione finora ha ripianato i bilanci dei consorzi per circa 200 milioni. «Il passaggio ad Aqp - commenta Pentassuglia - non può avvenire prima che si costituisca il Consorzio unico (per riunire le gestione dei precedenti quattro, tutti commissariati, ndr) libero dai debiti precedenti». Esulta Domenico Damascelli (FI): «La proposta di legge è passata grazie alla presenza e al voto dell’opposizione». I 5 Stelle segnalano le divisioni nella maggioranza e spiegano il voto a favore: «Il passaggio della gestione dell’acqua ad Aqp è incostituzionale». Cioè toglie agli enti consortili, previsti dalla Costituzione, una funzione fondamentale. Amati e Colonna hanno chiesto una riflessione in maggioranza prima dell’approdo in Aula del testo.