Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sette banche fanno l’alleanza con i trentini

Le modifiche al Senato non fermano l’iter

- di Vito Fatiguso

Nessuna esitazione. Neppure la presenza di un emendament­o al decreto potrebbe limitare la riforma del 2016. Quattro banche (7 in totale) domenica hanno aderito a Cassa Centrale.

Nessuna esitazione. Neppure in presenza di un emendament­o al decreto Fiscale (in discussion­e al Senato) che potrebbe limitare la portata della riforma voluta dal governo Renzi nel 2016 sul sistema delle Banche di credito cooperativ­o. Domenica scorsa, infatti, quattro banche pugliesi hanno dato il via libera (e definitivo) all’aggregazio­ne con il gruppo trentino di Cassa Centrale Banca evitando di attendere le indicazion­i che arriverann­o dalla manovra fiscale. Si tratta delle Bcc di San Marzano di San Giuseppe, Alberobell­o e Sammichele di Bari, Locorotond­o, Alta Murgia. Le assemblee, infatti, hanno approvato l’aggregazio­ne dopo il via libera disposto dai vari consigli d’amministra­zione. In precedenza altre tre banche avevano chiuso l’iter — Bcc di San Giovanni Rotondo, Monopoli, Cassano delle Murge e Tolve — definendo la strategia gestionale per gli anni futuri. L’ultima della lista del «circuito» pugliese di Ccb è la Bcc di Conversano che delibererà l’adesione domenica 25 novembre.

Se per la componente aggregata a Ccb la situazione è ben definita — e si attende il varo definitivo con il provvedime­nto della Banca d’Italia, sull’ammissione all’esercizio all’attività bancaria — per quella di Iccrea Banca (l’altra capogruppo dell’universo Bcc) le varie realtà territoria­li attendono di inaugurare la stagione assemblear­e. Le varie «assise» si terranno a partire da metà del mese di dicembre. Gli istituti di credito interessat­i sono 16 (Bcc Andria, Castellana Grotte, Leverano, Marina di Ginosa, Massafra, Terra degli Ulivi, Ostuni, Putignano, Santeramo in Colle, Avetrana, Taranto, Bari, Canosa-Loconia, Spinazzola, Terra d’Otranto, Erchie) e confluiran­no nel gruppo guidato da Giulio Magagni.

A questo punto è difficile pensare a ipotetici stop alla riforma. Se non altro perché negli ultimi due anni le Bcc hanno impostato i business plan sapendo di dover confluire in un sistema di gruppo. «Non solo non era possibile tornare indietro — afferma Emanuele Di Palma, direttore generale della Bcc di San Marzano di San Giuseppe —, ma non era neanche nelle nostre intenzioni. Abbiamo scelto di aderire a Cassa Centrale perché riusciremo a offrire alla nostra clientela servizi più competitiv­i. D’altronde la Bcc nascono per soddisfare le esigenze del territorio e noi siamo pronti».

Alla fine le modifiche in discussion­e in Senato potrebbero riguardare solamente pochi casi. Ovvero si sta discutendo se eliminare l’obbligator­ietà dell’adesione una capogruppo a fronte della costituzio­ne di un sistema di garanzie incrociate (Ips). Ma nel frattempo le singole banche hanno già scelto e attendono la nascita, prevista entro l’inizio del 2019, dei due grandi gruppi Ccb e Iccrea.

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