Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Calcio barese sotto choc Muore l’arbitro Giordano
Antonello Giordano, 24 anni, dirigeva le gare in Eccellenza In moto in viale Gandhi si è scontrato frontalmente con un’auto
Aveva compiuto da un mese 24 anni, percorreva viale Gandhi, a Bari, a bordo della sua moto in un normalissimo martedì sera. Ha pagato fatalmente le conseguenze di un incidente frontale con una donna di 46 anni, ora arrestata con l’accusa di omicidio stradale. Antonello Giordano, giovane barese con la passione per il calcio e in particolare per l’arbitraggio, non ce l’ha fatta. E ora tanti, tutti, ricordano sgomenti quel ragazzo con il perenne sorriso sulle labbra, che tra un allenamento e una partita di calcio, un esame universitario e una passeggiata con la fidanzata, era considerato un esempio di vita. «Sorridente, garbato, un ragazzo modello. Il destino ce l’ha portato via».
Dimesso e turbato, il presidente della sezione locale dell’Aia, Nicola Favia, racconta il «suo» Antonello. L’aveva visto l’ultima volta lunedì, nel contesto di una riunione didattica, e lui come al solito era intervenuto con profitto, fornendo spunti interessanti. Non a caso era collaboratore del consiglio direttivo sezionale e frequentava la sede tutte le sere. «Senza ombra di dubbio – prosegue – parliamo di uno dei migliori arbitri emergenti. C’era da scommettere su di lui. Il suo talento mi era parso subito lampante ed è per questo che aveva scalato le categorie: non aveva tempo da perdere».
Il valore riconosciuto da tutti l’aveva portato ad arbitrare in Eccellenza. Tra le sue doti più apprezzate, le grandi qualità atletiche; piatto forte di tutte le sue performance erano l’abnegazione, la costanza, l’impegno. Sabato scorso aveva diretto la sua ultima partita: Audace Cerignola-Fasano, match giovanile, mentre una settimana prima si pone l’ultima gara tra i grandi, quella tra Barletta e Otranto. Domenica avrebbe dovuto arbitrare nuovamente un match: la designazione era praticamente pronta, solo da ufficializzare. «Avevamo un bellissimo rapporto – racconta Niccolò Salomone, giovane come lui, e come lui arbitro rampante – ci vedevamo almeno tre volte a settimana, tra allenamenti, riunioni e cene. Era la classica persona che sorrideva sempre, in ogni circostanza, un ragazzo sempre disponibile e rispettoso».
Amante del mare e di barche, era pure uno studente modello, già capace di conseguire la laurea triennale in Ingegneria e a un passo dal tagliare il traguardo della specialistica. «Un esempio di come si potesse e dovesse conciliare tutto – dice ancora il presidente Favia – La sua era una passione meticolosa».
La Figc, in onore di Antonello Giordano, ha disposto il minuto di raccoglimento nelle partite del weekend. Tutti gli arbitri pugliesi indosseranno una fascia nera attorno al braccio in segno di lutto, l’Aia dà per certo che qualcosa sarà fatto per ricordare la memoria di un suo figlio. Ci penserà e sceglierà per il meglio, ora non c’è ancora tempo né voglia di farlo. Anche ieri, infatti, i suoi amici gli erano accanto, quasi come piantoni, oltre la soglia predisposta dalla medicina legale. Con gli occhi sbarrati e senza la voglia di
L’omaggio
La Figc ha disposto il minuto di raccoglimento nelle gare del weekend
credere a ciò che è successo. Un incubo, un pazzesco incubo. «Usava sempre l’espressione “pazzesco” – conclude Salomone – in un modo unico, particolare, un suo marchio di fabbrica. Lo faceva per farci sorridere e ci riusciva».
Difficile sorridere in questi momenti, difficile accettare che la vita si possa chiudere in questo modo. Un triplice fischio finale drammatico e inatteso. Sordo. Strozzato in gola. Su di una moto, mentre si correva con entusiasmo verso il futuro.