Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SULL’AUTOBUS DELLE CIVICHE
Le liste civiche non sono una novità. Esistono da tanto, non da sempre. Nascono come escamotage dei partiti strutturati di un tempo, Dc Pci, Msi, Psi, contenitori del collateralismo di chi ne condivideva i programmi generali e magari sul piano locale aveva specifici punti programmatici da praticare. Siamo nell’ambito delle elezioni amministrative, le civiche nazionali hanno avuto sempre vita breve e spesso ingloriosa. Dalla Rete di Orlando alla lista Di Pietro e simili. A livello locale no, la tradizione persiste e anzi si aggiorna continuamente.
Cosa sono oggi le liste civiche che proliferano, anche, a Bari e in Puglia? Autobus il cui proprietario invita volta per volta clienti danarosi per viaggi dalla durata imprecisata. Danarosi nel senso di mazzette di voti più o meno garantiti da portare in dote al miglior offerente. Perché il tratto vero delle civiche contemporanee è l’assoluta impermeabilità alle idee forti, alle ideologie. Nascono sul “che fare”, propagandano la loro concretezza e non sono, ça va sans dire, per definizione né di destra né di sinistra. Loro giudicano dai programmi e decidono, in base a quelli, come schierarsi. Nei piccoli Comuni come nei grandi o alla Regione abbiamo visto di tutto in questi anni. Tripli salti mortali con avvitamento, carpiato e no. Tutto per il bene della comunità, s’intende. Quello che ne ha stravolto la natura è la “vespasianizzazione” dei leader locali: il voto non olet, purché arrivi. E siccome l’aspirante sindaco o presidente non può necessariamente essere ovunque e soprattutto con chiunque, non si sa mai, le civiche sono diventate compagnie di ventura. Vassalli, valvassori e valvassini ognuno con il suo bravo pacchetto di cambiali da far firmare e poi incassare. Anche da chi in pubblico le disprezza.
Non sono un bello spettacolo, giovani arrivisti e vecchi saltimbanchi incanutiti, rampanti post industriali e rappresentanti autodefiniti della società civile. Che non a caso, nelle sue espressioni migliori, non si è mai costituita in lista civica. Oggi cosa resta delle civiche? Piccoli cacicchi di quartiere o cittadini con pacchi di voti che si offrono sul mercato al miglior offerente. Qualcuno si sentirà offeso da questa affermazione, ma il problema delle amministrative è che tutti conoscono tutti. Non ci sono più i partiti ad ingombrare il terreno con i loro vetusti cerimoniali, i congressi le selezioni dei quadri la fedeltà dei candidati. È il nuovo che avanza. Praticamente, un avanzo.