Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La sfida di Zeman junior «Bari, occhio al mio Gela»
Karel, figlio dello Zdenek noto ai tifosi pugliesi, domenica sfida i biancorossi «Il mio Gela è una squadra in forma. Ma i biancorossi sono più forti»
Gela-Bari avrà un sapore speciale non solo per l’importanza dei punti in palio. La squadra siciliana è infatti allenata da un tecnico con un cognome importante nella storia recente del calcio italiano e pugliese. Karel Zeman, tecnico del Gela, è figlio di Zdenek, del «boemo».
Karel Zeman, si sarebbe mai aspettato di affrontare il Bari in D?
«Era impensabile. E credevo che i gironi fossero diversi. Abbiamo atteso per tanto tempo questa partita, che è quella di maggior richiamo. Noi siamo in un buon momento di forma, il Bari è la squadra più forte».
Il Gela attacca molto e subisce qualche gol di troppo. Con il Bari avrete lo stesso atteggiamento?
«Questo dipenderà da entrambe le squadre. Si attacca quando si può e si difende quando si deve».
Ci parla del suo rapporto con la Puglia?
«Ci ho vissuto anni importanti della mia adolescenza. Per me che sono apolide, è una delle regioni più care. Ho vissuto maggiormente a Foggia, ma ho anche amicizie nel barese e nel leccese».
Quanto ritiene di aver tratto dagli insegnamenti di suo padre?
«Spero il più possibile. Al di là del campo, l’onestà e la passione per il lavoro». Ritiene di poter ancora allenare a certi livelli?
«Penso che in Italia la situazione sia molto particolare. In A e B allenano persone che nulla hanno a che vedere con questo mestiere. Mi auguro che dopo il master di Coverciano per me possano aprirsi nuove strade». Adotta il 4-3-3 come suo padre?
«Lavoro ogni giorno sul 43-3 puro, solo che mio padre ha ideato questo modo di giocare e non lo cambierebbe mai. A me invece può capitare di modificare qualcosa: se rischio di perdere la partita, perché non cambiare qualcosa e magari vincere?» Molti dicono che il calcio di suo padre sia antico.
«Se ci si riferisce alla tattica, non è vero. È ancora molto in anticipo. Se invece ci si riferisce alla concezione del lavoro sì, perché oggi non si è più disposti al sacrificio. Si pensa a finire il prima possibile l’allenamento per andare a pubblicare le foto su Instagram».
C’è un suo giocatore che crede meriti palcoscenici diversi dalla D?
«Finora Alma. Quest’estate era deciso a cambiare aria. Avendolo visto in alcuni video, ho detto che sarei venuto solo se ci fosse stato lui». Quanto è condizionante il nome di Zeman?
«Quando vado sui campi e non insultano me ma mio padre, mi spiace il doppio. So ciò che voglio e dove voglio arrivare. So di essere figlio di un grande allenatore e ne vado fiero».
L’eredità «Cosa ho preso da mio padre? Spero il più possibile Fuori dal campo, onestà e passione»