Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Muore il nipote del boss Capriati Si riaccende la guerra di mafia
Il nipote del boss di Bari vecchia Antonio Capriati era rimasto ferito Dalle indagini spunta l’ombra di una nuova guerra con gli Strisciuglio
Potrebbe essere legato alle mire espansionistiche del clan Strisciuglio il movente dell’agguato avvenuto mercoledì sera al quartiere Japigia di Bari. A cadere sotto una pioggia di proiettili Domenico Capriati, 49 anni, pregiudicato, nipote del boss di Bari Vecchia, Antonio. L’uomo è morto ieri sera intorno alle 20 al Policlinico di Bari.
Potrebbero essere le nuove mire espansionistiche del clan Strisciuglio in altre zone della città, il movente dell’agguato che si è consumato mercoledì sera al quartiere Japigia di Bari. Un commando armato ha esploso una raffica di pallottole uccidendo il 49enne Domenico Capriati, nipote del boss di Bari Vecchia, Antonio condannato all’ergastolo e fratello di Filippo. I sicari l’hanno aspettato sotto casa in via Archimede, feudo incontrastato del clan Parisi, e quando l’uomo è sceso dalla sua auto, una Toyota Yaris, e si è avviato verso il cortile condominiale del suo palazzo, sono entrati in azione. I proiettili hanno colpito l’uomo al torace, al capo e ad un braccio. Con lui c’era la moglie rimasta illesa. Capriati subito ricoverato nel reparto di Rianimazione del Policlinico, è morto ieri sera intorno alle 20. Sull’omicidio indagano i poliziotti della squadra mobile che hanno ascoltato parenti e amici del pregiudicato senza però ottenere riscontri significativi. Anche la moglie non ha dato indicazioni utili. Riguardo al movente, la mobile guarda in tutte le direzioni, ma al momento la possibilità che l’imboscata sia da inquadrare nella lotta tra Capriati (affiliati da tempo ai Parisi) e Strisciuglio sembra essere la più probabile. Non è un caso infatti che, qualche giorno fa, una maxi inchiesta della procura di Bari ha portato all’arresto di 16 persone vicine ai clan Parisi e Capriati implicate a vario titolo nel grande affare della gestione del gioco d’azzardo online. Tra gli arrestati anche il cantante neo-meolodico Tommy Parisi, figlio di Savinuccio Parisi, il mammasantissima che a Japigia gestisce il business illegale: nel quartiere non si muove una foglia senza un suo ordine. Probabilmente era così fino a qualche tempo fa, ma la situazione ora sembra cambiata. Considerato che un commando armato ha sfidato i Parisi sparando ad un gregario proprio nella via dove Savinuccio ha sempre abitato. Così come è singolare che l’agguato a Capriati sia avvenuto dopo appena sei giorni dalla cattura di Tommy. Gli arresti eccellenti degli ultimi mesi potrebbero aver incoraggiato il clan contrapposto ed acerrimo nemico a spingersi verso il quartiere «intoccabile» per conquistare fette di territorio dove gestire gli affari illegali, quello del traffico di stupefacenti prima di tutto. A questo va ad aggiungersi che lo scorso mese di aprile un’altra retata ha colpito duramente il clan Capriati portando in carcere 17 persone. Tra queste Filippo e Pietro Capriati, figli di Sabino, e nipoti del boss Antonio. Tra le attività del gruppo — emerse dall’inchiesta — ci sarebbe stato il «controllo» dei servizi all’interno del porto di Bari. fino al 2016: secondo l’accusa più della metà dei dipendenti erano pregiudicati o loro familiari. Il clan avrebbe inoltre chiesto il pizzo ai venditori ambulanti della festa di San Nicola a Bari. Anche l’arresto di Filippo che nella famiglia Capriati (dopo l’arresto dello zio Antonio) aveva assunto un ruolo determinante e di comando, potrebbe
La pista seguita Il sospetto è che il clan Strisciuglio miri a espandersi in altri quartieri
Nel feudo La sparatoria in via Archimede, dove ha sempre abitato il boss Savino Parisi
avere rappresentato un’occasione ghiotta per gli Strisciuglio per dichiarare guerra a ciò che resta delle cosche Capriati e Parisi.
Tuttavia gli inquirenti non escludono altre ipotesi investigative che potrebbero essere legate anche alle sparatorie più recenti avvenute al Libertà, Madonnella, Carbonara e San Girolamo. Sparatorie che sono forse la conseguenza di fibrillazioni, tensioni e scissioni all’interno degli altri clan mafiosi della città. Ieri intanto i carabinieri hanno arrestato il 18enne Sabino Capriati, figlio di un boss, per evasione.