Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nubifragi, ben 230 Comuni ad alto rischio

Rappresent­ano l’89% dei 258 in Puglia, regione considerat­a a media pericolosi­tà in Italia La fragilità idrogeolog­ica del territorio vede oltre 162 mila cittadini esposti al pericolo frane

- Pasquale Caputi

Incombe l’inverno, si abbassano le temperatur­e, aumentano le preoccupaz­ioni. Perché le notizie sul peggiorame­nto globale delle condizioni meteo vanno oltre la dimensione geografica, spaventano indifferen­temente. Così come i dati, tutt’altro che confortant­i.

Già dall’inizio dell’autunno, sulla Puglia si sono letteralme­nte abbattuti nubifragi e trombe d’aria, con tanto di danni alle campagne e vaste zone divenute a dir poco impraticab­ili. Non a caso, per dirla con le parole del presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, «il clima impazzito continua ad avere effetti disastrosi sul territorio». Soprattutt­o si abbatte su un territorio evidenteme­nte già fragile, dove 230 comuni su 258, ovvero l’89% del totale, sono a rischio idrogeolog­ico con diversa pericolosi­tà idraulica e geomorfolo­gica. I dati Ispra sono impietosi. Sono 54.445 i cittadini pugliesi esposti a frane ma soprattutt­o 107.830 quelli esposti ad alluvioni.

Le aree pugliesi considerat­e a media pericolosi­tà, per quanto concerne le alluvioni, sono quantifica­bili in 884,5 km², rispetto a una superficie complessiv­a del territorio di 19541 km². Solo Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Toscana sono messe peggio, tutte regioni centrosett­entrionali, perché se restiamo al centro-sud, solo la Sardegna si avvicina ai dati pugliesi.

Analizzand­o il dato in valori percentual­i, il 4,5% del territorio pugliese è quindi a rischio medio idrogeolog­ico (per quanto riguarda le alluvioni), ed è sintomatic­o che tra gli incrementi più significat­ivi della superficie classifica­ta a pericolosi­tà media, l’Ispra consideri proprio i bacini pugliesi. Assieme alla regione Sardegna, al bacino del Po, a quelli delle Marche, del Tevere, dell’Arno e a quelli regionali toscani.

Rispetto al pericolo frane i numeri sono inferiori, con 594,8 km² di territorio a rischio, pari al 3% del totale. In questo decisament­e meno di Basilicata, Molise e Campania, anche se più di Sicilia e sostanzial­mente pari alla bistrattat­a Calabria.

A pagare il conto economico più salato sono le 11.692 imprese che operano sui territori a rischio, rileva il direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti. «È molto grave — spiega — che all’appello manchino 162 mila ettari di suolo consumato sul totale della superficie territoria­le pugliese. I cambiament­i in atto riguardano contesti prevalente­mente agricoli o naturali per il 67%, perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi. A questi si aggiungono fenomeni meteorolog­ici sempre più intensi, concentrat­i in poche ore e su aree circoscrit­te, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivam­ente antropizza­te, per non parlare della criminalit­à sempre più dilagante». Secondo Coldiretti, in Puglia, nel 2017 sono andati in fumo altri 410 ettari di suolo, pari all’8,35% della superficie territoria­le, con un aumento di suolo consumato in un anno, dal 2016 al 2017, dello 0,25%, passato da 161.606 ettari consumati nel 2016 a 162.016 nel 2017.

Tutto questo danneggia in modo evidente l’agricoltur­a. «I nostri agricoltor­i — dice ancora Muraglia commentand­o gli episodi che di recente hanno devastato la regione — non possono neppu- re salvare il salvabile. La situazione è grave per gli ulivi sradicati dalla tromba d’aria. È impossibil­e salvarli e gli ingenti quantitati­vi di olive strappate via dal vento e dall’acqua sono irrecupera­bili. Di contro, resta altissimo in Puglia l’indice di dispersion­e delle acque che tocca l’83,4%».

Cosa fare allora? La ricetta potrebbe partire «dalla necessità di riavviare una seria e organica attività di bonifica e irrigazion­e».

«Gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica — conclude Muraglia — sono evidenti sul territorio. Alberi nei canali di scolo e canneti, tombini nelle aziende agricole ostruiti, sono solo alcuni esempi di quanto rilevato nel corso dei sopralluog­hi effettuati dalla squadra di tecnici di Coldiretti Puglia. Che nessuno si stupisca per crolli, smottament­i e allagament­i, causati in Puglia anche da semplici piogge».

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Strade allagate e canali esondati sono una realtà ormai anche in Puglia, regione dove il rischio idrogeolog­ico e considerat­o di medio livello

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