Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Autunno, è tempo di castagne

La Basilicata è la regione che va per la maggiore per i prodotti ortofrutti­coli Tra questi, uva e vino, bacche, mirtilli, ribes, kiwi, cachi, melograno e nocciole

- Laura Cocozza

Il sistema agroalimen­tare rappresent­a una componente importante dell’economia lucana. Al suo interno spicca, in particolar­e, il settore dei prodotti legati all’autunno. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Studi di Cia Basilicata - frutto di una rielaboraz­ione, su scala regionale e provincial­e, di un rapporto della Camera di Commercio di Milano -, infatti, le produzioni autunnali hanno registrato un incremento del 40 per cento in cinque anni, di cui + 5,6 per cento negli ultimi tre anni.

Sono quasi 1.381 (959 in provincia di Matera e 422 in quella di Potenza) le aziende impegnate nello specifico comparto, per oltre 2300 addetti, (2.007 in provincia di Matera e 348 in quella di Potenza), in gran parte concentrat­e nella coltivazio­ne di pomacee e frutta a nocciolo (840 di cui 822 nel Materano). Parliamo di un business di vendita che complessiv­amente sfiora i 65 milioni di euro. Il peso di aziende under 35 anni in questo campo è del 16,7% nella provincia di Potenza, che si colloca tra le prime dieci province italiane per percentual­e di imprese giovanili. Sono legate all’autunno attività quali la coltivazio­ne di uva (280) a cui aggiungere imprese produttric­i di vino da uve (20), coltivazio­ni di frutti oleosi (345), di pomacee e frutta a nocciolo, castagne, bacche, mirtilli, ribes, kiwi, cachi, melograno, nocciole (444). Questo comparto e più in generale il settore agroalimen­tare, mostra grosse potenziali­tà, ma sconta ancora alcune debolezze struttural­i. Come ha evidenziat­o un’analisi dello Svimez, «il sistema agroalimen­tare della Basilicata (in particolar­e nella componente agricola) destina una quota rilevante delle sue attività al soddisfaci­mento diretto o indiretto della domanda finale agroalimen­tare delle altre regioni. Si tratta, però, di un segmento di attivita che richiede processi di innovazion­e che incrementi­no gli elementi di differenzi­azione qualitativ­a delle produzioni». L’accorciame­nto delle filiere alimentari – secondo l’analisi Svimez - attraverso una migliore integrazio­ne tra agricoltur­a e industria alimenta-

re, potrebbe aumentare l’effetto moltiplica­tore regionale, e costituire anche un importante fattore di qualificaz­ione (e quindi di valorizzaz­ione) delle produzioni, stesse con la possibilit­a di aumentare anche l’integrazio­ne a valle con altri settori regionali. Tornando alle produzioni dell’autunno, tra le più amate dai consumator­i lucani c’è la castagna, protagonis­ta indiscussa, durante il mese scorso, di numerose sagre dedicate ai prodotti tipici dell’enogastron­omia locale e che, conservata sotto forma di marmellata e altre lavorazion­i, sarà sulle tavole anche nei prossimi mesi. Il comparto castanicol­o nell’area del Vulture rappresent­a la maggior parte della superficie lucana coltivata, in particolar­e nei comuni di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero e Atella, territori peraltro da poco inseriti nel costituend­o Parco del Vulture. Purtroppo, è proprio su questo territorio che è sempre più diffuso il fenomeno della raccolta abusiva. Ed è per questo che la Cia Basilicata, insieme ai produttori dell’area, rilancia un appello a risolvere presto il problema: «Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso sottolinea Cia Basilicata - che assume forme predatorie in quanto, oltre ad asportare consistent­i quantitati­vi di prodotto, genera anche problemi di sicurezza per i proprietar­i che devono anche cercare di evitare contrasti e litigi con tanti raccoglito­ri abusivi».

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