Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
In Puglia si respira aria pulita
Lo rivelano i dati raccolti dall’Arpa che segnalano solo due situazioni critiche Sono a Torchiarolo (Brindisi) e nella zona Bari-Cavour. Bene anche Taranto
Come nei due anni precedenti, anche nel 2017, secondo il report pubblicato a giugno scorso dall’Agenzia regionale per prevenzione e protezione dell’ambiente (Arpa), si sono registrati solo due superamenti dei limiti di qualità dell’aria previsti dal D. Lgs. 155/10.
Il primo nel Comune di Torchiarolo (Brindisi) per i pm10 (42 superamenti contro i 35 consentiti). Il secondo nel sito di Bari-Cavour per la concentrazione media annua di biossido di azoto, di 43 mg per metro cubo, superiore al massimo consentito di 40. La qualità dell’aria della regione, per il resto, monitorata dalle centraline dell’Arpa e mappata in tempo reale sul suo sito, risulta buona se non ottima, anche in aree dove l’inquinamento è notoriamente drammatico. Addirittura il dato di pm2,5 più basso lo ha regipiù strato la centralina TarantoPaolo VI, a meno di 10 chilometri dall’Ilva. C’è da stare davvero tranquilli o i tetti stabiliti dalle normative sono troppo permissivi? «I dati di qualità dell’aria nelle zone di Taranto e Brindisi — spiega il direttore di Arpa Puglia, Vito Bruno —, sono effettivamente da anni inferiori ai limiti di legge (che derivano da direttive europee). Ma la situazione non è con certezza tranquillizzante, perché i dati sono comunque superiori alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), incentrate su criteri di tutela della salute. Il rispetto dei limiti normativi, in altre parole, non garantisce assenza di effetti sulla salute. Di qui la mia idea, maturata dopo aver letto i dati deludenti del recente rapporto Ecosistema urbano di Legambiente, di creare sul sito dell’Arpa una mappa che dia conto anche dei limiti indicati dall’Oms. Ci stiamo lavorando». L’Italia, per l’Oms è tra i Paesi con la qualità dell’aria peggiore. In particolare il Nord dove, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Ue per l’ambiente, vive il 95% delle persone che in Europa abitano in aree in cui si superano regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell’aria (pm10, biossido di azoto e ozono). «Sì, al Nord si rilevano dati molto più critici — commenta Bruno —, essendo anche un territorio meno ventilato. In compenso, l’irradiazione solare al Sud aggrava il problema dell’ozono, il cui limite nel 2017 è stato largamente superato nella nostra regione». Ma finché non si superano i limiti di legge, non sono obbligatori nemmeno i piani di risanamento. «Ora è in applicazione a Torchiarolo. Ne serve uno per l’intera Puglia. La Regione intende realizzarlo anche se non è obbligata per legge. Per l’area di Taranto un piano è stato già applicato perché, prima del 2012, a causa dell’Ilva, c’erano superamenti di pm10 e benzopirene. Come abbiamo più volte segnalato, un nuovo aumento della produzione penalizzerebbe la qualità dell’aria e non c’è garanzia, ad ora, che ciò non avvenga con la nuova gestione».
Obiettivo Innalzare i parametri ai limiti indicati dall’Oms che sono più severi di quelli europei