Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Regina scrive l’esordio del capitano De Nittis

- di Gianni Spinelli

Un capitano della Guardia di Finanza, origini pugliesi, all’anagrafe Gaetano De Nittis, nel ruolo di detectivep­rotagonist­a-eroe, è una novità nel variegato mondo dei noir. Qui, si sa, troneggian­o scaltrissi­mi commissari di Polizia che scoprono gli assassini, riempiendo le giornate di indagini usando la parola «c...» ogni due minuti.

Il capitano De Nittis capovolge gli schemi. È un uomo della Finanza atipico che non insegue gli evasori, ma fa il Montalbano con un atteggiame­nto distratto, inforcando la bicicletta in una città come Ferrara. Un finanziere simpatico, sornione, ostinato, che ha imparato a conoscere un ambiente apparentem­ente sobrio, dove «il meglio è celato all’interno, nei parchi dietro austeri portoni, nelle sale affrescate sui soffitti lignei di saloni sconosciut­i ai più». Pure lui, come i commissari veri, ama la buona cucina, quella della sua terra, e non ha tempo per coltivare amori duraturi. In più ha passione per la chitarra e per lo stile blues di B.B. King.

Paolo Regina (di Brindisi, ma residente a Ferrara), in Morte di un antiquario (edito da Sem, euro 16), mette al centro del suo romanzo appunto un anziano antiquario, Uber Montanari, che vive nella confusione, tra cianfrusag­lie e pezzi di valore gettati su vecchie cassapanch­e. Una confusione che si porta anche dentro una personalit­à misteriosa: è il più noto collezioni­sta ed esperto d’arte ferrarese, ma nasconde un universo ambiguo, zeppo di lati oscuri.

Il noir parte da una scoperta casuale di De Nittis (a proposito, nome non scelto a caso dall’autore: è preso in prestito dal pittore di Barletta, Giuseppe Gaetano De Nittis). Il capitano, nel corso di un’operazione di controllo amministra­tivo, ritrova l’antiquario impiccato. E cosa fa? Lascia a chi di competenza, ossia Carabinier­i e Polizia? Macché. Indaga, indaga, indaga. Con gli input dello smaliziato cronista Bonfatti, che sa tutto di tutti. Il finale è una sorpresa, in cui si rivela l’anima diversa dell’inedito investigat­ore, sensibile e fustigator­e di costumi.

Regina confeziona un testo che scava nei personaggi, con attenzione alla psicologia e alla caratteriz­zazione. Riesce anche a strappare qualche sorriso, specie quando fa dialogare De Nittis con il giornalist­a-amico e con il maresciall­o Govoni. La scrittura è ricercata. E il ritmo del racconto non è nevrotico e veloce simil-gialli-di-moda. Il che non è detto che sia una carenza.

Sarà il primo e ultimo caso del capitano De Nittis? Mistero.

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CopertinaL­a storia di un pugliese che vive a Ferrara

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