Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Salta la legge sulle liste d’attesa
Vertice di maggioranza, passa la linea dei medici. Amati furioso: un rinvio inutile
Ennesimo nulla di fatto. Il disegno di legge per abbattere le liste d’attesa dovrà aspettare ancora. Passa, almeno per il momento, la linea dei medici che hanno minacciato persino uno sciopero per bloccare la proposta. Nemmeno oggi si procederà ad un voto che rischia di spaccare la maggioranza, soprattutto perché il primo firmatario della proposta è il democratico Fabiano Amati. Il provvedimento, già approdato in consiglio regionale due settimane fa, era stato rinviato su richiesta del presidente della giunta e assessore alla Sanità, Michele Emiliano.
Ennesimo nulla di fatto. Ennesimo rinvio. Ennesime polemiche. Il disegno di legge per abbattere le liste d’attesa dovrà aspettare ancora. Passa, almeno per il momento, la linea dei medici, che hanno minacciato persino uno sciopero per bloccare la proposta. Nemmeno oggi si procederà ad un voto che rischia di spaccare la maggioranza, soprattutto perché il primo firmatario della proposta è il democratico Fabiano Amati. Il provvedimento, già approdato in consiglio regionale due settimane fa, era stato rinviato su richiesta del presidente della giunta e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, «per consentire ulteriori approfondimenti». In realtà il governatore sventò il rischio che il ddl fosse approvato anche grazie ai voti di Forza Italia e Movimento 5 Stelle. E scontentasse i medici e non solo. Ma stamattina, contrariamente a quanto stabilito, non verrà messo ai voti nell’aula di via Capruzzi.
Il vertice di maggioranza che si è svolto ieri pomeriggio nell’ufficio del presidente dell’assemblea, Mario Loizzo, non ha sciolto infatti tutti i nodi. O meglio, non ha sciolto probabilmente quello principale, intorno al quale verte tutta la proposta di Amati, Napoleone Cera e Ruggero Mennea: in caso di cosiddetto disallineamento tra le liste d’attesa istituzionali e quelle in intramoenia, scatta la sospensione di quelle “private”. I tentativi di mediazione, ossia di non rendere automatica la sospensione ma di demandare ai vertici delle Asl la decisione in merito e di limitarla, comunque, ai solo reparti non in regola, non ha sortito l’effetto sperato. Nemmeno l’altra proposta di legge sul tema, quella firmata dal consigliere Paolo Pellegrino (La Puglia con Emiliano) che prospetta l’acquisto di prestazioni esterne per tagliare le code, ha raccolto pareri unanimi. E così, non avendo trovato una soluzione in grado di mettere tutti d’accordo, si è preferito far slittare la decisione a gennaio.
Emiliano in merito avrebbe preso una sorta di impegno. Ma non è chiaro quale documento arriverà in aula. Nel frattempo si è deciso, venendo in parte incontro alla sua stessa proposta di costituire un gruppo di lavoro, di ascoltare il parere del presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli. L’audizione è prevista per il 17 dicembre. L’ennesimo slittamento non è stato però digerito bene da Amati: «Un altro rinvio alla prima seduta utile di gennaio – ha dichiarato il consigliere subito dopo il vertice – per cosa? Per ascoltare il parere della Federazione dei medici. In undici mesi abbiamo avuto l’opportunità di sentire decine di volte i pareri di tutti. Mi chiedo, chi sente il parere delle perso- ne in fila al Cup? Quando non si vuole fare qualcosa o si costituiscono gruppi di lavoro o tavoli. Ho la sensazione che siamo diventati un Paese di falegnami. Ma io non mi arrendo perché l’argomento è troppo importante».
Del resto che il problema esista è sotto gli occhi di tutti ed è stato confermato solo pochi giorni fa dagli ultimi dati sul monitoraggio dei tempi di attesa che hanno evidenziato il profondo squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle a pagamento. Una violazione, come ha sempre sottolineato anche Amati, della legge nazionale che impone alla Regioni di predisporre tutte le condizioni affinché i tempi d’attesa siano sempre rispettati, in quanto livelli essenziali d’assistenza. «Non è infatti consentito al dirigente medico di destinare all’attività libero-professionale – conclude il consigliere Fabiano Amati - più ore di quelle prestate nell’attività istituzionale».
Fabiano Amati In undici mesi abbiamo avuto la possibilità di sentire il parere di tutti
Emiliano Ha preso l’impegno di rivedere il disegno di legge in ballo