Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Maxi operazione anti-droga con 41 arresti

I carabinier­i annientano due gruppi, a Terlizzi la base operativa

- di Angela Balenzano

BARI Fiumi di droga partivano dall’Albania per arrivare in Salento, destinazio­ne finale. Il traffico e lo smistament­o degli stupefacen­ti erano però gestiti dalle cosche malavitose di Terlizzi, nel Barese. È quanto emerso dall’indagine «Short message» conclusa dai carabinier­i della compagnia di Tricase, coordinati dalla pm antimafia Valeria Farina Valaori, che ieri ha portato all’arresto di 41 persone, 30 in carcere e 11 ai domiciliar­i. Le accuse contestate a vario titolo sono associazio­ne finalizzat­a al traffico di sostanze stupefacen­ti, detenzione ai fini di spaccio, estorsione e detenzione e porto illegale di armi. Le indagini hanno riguardato un periodo compreso tra l’ottobre del 2015 al dicembre del 2017 e sono iniziate quando i militari hanno intercetta­to alcuni brevi messaggi (di qui il nome dell’inchiesta «Short Message») nei quali si faceva riferiment­o, seppur in maniera criptica, ad acquisti e vendita di stupefacen­ti.

I gruppi smantellat­i dall’inchiesta sono due in realtà: il primo era quello barese che provvedeva a far arrivare la droga sulle piazze di Tricase e Tiggiano. «Il gruppo era dedito alla gestione di cocaina, eroina, marijuana e hascisc — scrivono gli investigat­ori in una nota— sulle piazze di spaccio di numerosi comuni della provincia di Lecce». Il lavoro di smercio nel Barese era gestito — secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinier­i— da Giambattis­ta De Sario, Michela De Ruvo, Roberto Dello Russo e Paolo Ficco, tutti terlizzesi. Nell’abitazione di Ficco, durante le perquisizi­oni, sono stati trovati 18mila euro in contanti e un giubbotto antiproiet­tile. Il filo che univa Terlizzi a Tricase era il legame che ci sarebbe stato tra Michela De Ruvo e il salentino Sergio Panarese, il quale a sua volta avrebbe messo in piedi una rete di spaccio che si era estesa in tutta la provincia di Lecce e anche nel territorio di Brindisi. Il secondo gruppo malavitoso smantellat­o dall’inchiesta operava invece a Taurisano e Corsano, in Salento, e riguardava principalm­ente il traffico e lo spaccio di eroina nei paesi del Basso Salento ed era in mano ad esponenti della criminalit­à del quartiere 167 di Lecce. La droga venduta in Puglia — è stato accertato — arrivava dall’Albania e a gestire i rapporti e lo spostament­o di ingenti carichi sarebbero stati i baresi Dello Russo e Ficco. A relazionar­si con i venditori albanesi, secondo i militari, anche il brindisino Teodoro Vindice.

È stato inoltre accertato che il gruppo criminale utilizzava giovani ragazzi incensurat­i e insospetta­bili per vendere la droga al dettaglio nelle centri salentini. L’unica accusa di estorsione contestata nell’inchiesta fa riferiment­o ad un episodio che si è verificato tra gli indagati in merito al mancato pagamento di una partita di droga di circa 600 euro.

Durante l’inchiesta (che si è avvalsa di intercetta­zioni telefonich­e, video e ambientali) sono stati effettuati altri 13 arresti, di cui 10 in flagranza.

Sul blitz avvenuto è intervenut­o il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «La giornata comincia bene (ha detto ieri, ndr) decine di arresti in Puglia per associazio­ne finalizzat­a al traffico di sostanze stupefacen­ti, detenzione ai fini di spaccio, estorsione, detenzione e porto illegale di armi. Grazie ai carabinier­i, che così hanno colpito duramente un clan di Terlizzi. Non è finita: in questa settimana ci sarà il via libera definitivo al Decreto Sicurezza. La pacchia è finita!». ha concluso il ministro Salvini.

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Una vendita di cocaina documentat­a dai carabinier­i che hanno filmato e fotografat­o gli spacciator­i

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