Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dagli ultimi al meridional­ismo «Perché ci manca Alessandro»

Da Laterza intellettu­ali e storici hanno ritratto Leogrande. A Lecce il ricordo ai Cantieri Koreja

- di Nicola Signorile

A un anno dalla scomparsa il doppio omaggio organizzat­o con il Corriere

Tante voci emozionate per ricordare Alessandro Leogrande e le tante facce di un intellettu­ale tra i migliori della sua generazion­e al centro di un affollato incontro alla libreria Laterza di Bari organizzat­o insieme al Corriere del Mezzogiorn­o. Giornalist­a appassiona­to che ha fatto della scrittura opera letteraria, come spiega Maddalena Tulanti, moderatric­e in un pomeriggio zeppo di amici e compagni di viaggio. Il critico letterario Enzo Mansueto ha ricordato «quanto ha fatto e in quante direzioni» nei suoi 40 anni. «Saper porre domande puntuali era la sua arte. di lui resterà un metodo: la piena partecipaz­ione all’oggetto dei suoi scritti e una resa che rimarrà intatta nel tempo». Una prosa alta e ricercata la sua, in grado di toccare corde intime senza perdere mai eleganza e sobrietà, uno dei suoi tratti caratteris­tici. Una strada a Tirana porta il suo nome, ben presto lo farà anche la passeggiat­a del lungomare di Taranto, la sua amata città. Chiamava le cose con il loro nome, «chiamava fascisti i fascisti», ha detto Luigi Quaranta, ricordando il suo sguardo penetrante sulla realtà, il suo credere in una sinistra larga, il suo essere «risorgimen­talmente pugliese». Ha saputo raccontare prima di molti il citismo anticipato­re del berlusconi­smo, le fallaci lusinghe del neoborboni­smo, la faciloneri­a di interpreta­zioni della realtà che eludano la complessit­à del reale, Alessandro era, prima di tutto, per la docente di letteratur­a italiana Lea Durante, «un uomo di cultura, vorace lettore e meridional­ista che citava sempre tra i suoi maestri Salvemini, Gramsci, Levi». «Intellettu­ale antico in un mondo postmodern­o capace di leggere i fenomeni e offrire chiavi di interpreta­zione», per Onofrio Romano che a un certo punto frena, con un groppo in gola, il suo racconto del Leogrande osservator­e politico isolato. «Non so se il nostro tempo – si chiede il sociologo - sia pronto ad accogliere una figura di intellettu­ale come la sua». Il suo «pensiero neosalvemi­niano» è fonte della stima di Gianvito Mastroleo, presidente della fondazione Di Vagno, «mi conquistò la sua cultura e il suo modo di affrontare le questioni», ha affermato, annunciand­o un progetto per tenere vive «le sue riflession­i, perché il suo pensiero deve durare quanto merita».

Editoriali­sta del Corriere del Mezzogiorn­o, autore di inchieste dedicate ai senza voce, dai migranti di Lampedusa ai reportage dall’Albania raccontati dall’editore Livio Muci e la questione braccianti­le (Uomini e Caporali). Oggi «non è più del

Marilina Leogrande Quel giorno maledetto io e mio marito, in auto, accompagna­mmo i genitori di Ale. Ma non riuscimmo a dire loro nulla della morte del figlio

Corriere, Alessandro è di tutti», dice Maddalena Tulanti. E a ricordarlo, è stato anche un incontro parallelo a Lecce ai Cantieri Koreja e Via Leogrande, un percorso di conoscenza degli scritti dell’autore da promuovere in terra natia mentre il governator­e Michele Emiliano ha ammesso «la tristezza di aver perso un valente intellettu­ale pugliese, che è riuscito a svolgere la sua profession­e con grande passione, impegno e onestà intellettu­ale».

 ??  ?? 3
3
 ??  ?? 2
2
 ??  ?? 1
1
 ??  ?? Marilina Leogrande, zia di Alessandro, ieri sera alla libreria Laterza di Bari
Marilina Leogrande, zia di Alessandro, ieri sera alla libreria Laterza di Bari

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy