Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Screening rapidi per i residenti del rione Japigia

Il governator­e dopo i 21 decessi: «Screening rapido e privilegia­to per chi abita lì»

- Di Angela Balenzano

«Tutti gli abitanti di questa palazzina potranno essere sottoposti agli screening di cui hanno bisogno nell’ospedale oncologico di Bari». Lo ha detto il presidente Emiliano, con riferiment­o all’indagine sui 21 decessi per tumore che hanno riguardato negli ultimi 25 anni persone residenti nella palazzina di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari.

«Tutti gli abitanti di questa palazzina potranno essere sottoposti agli screening di cui hanno bisogno nell’ospedale oncologico di Bari che è a loro totale disposizio­ne».

Sono le parole del governator­e Michele Emiliano riguardo all’indagine della procura di Bari sui 21 decessi per tumore degli inquilini di una palazzina al numero civico 16 di via Archimede, al quartiere Japigia. Le malattie sarebbero state causate dalle sostanze tossiche che, negli anni Ottanta, provenivan­o dall’ex discarica comunale di via Caldarola, dimessa e ormai bonificata da trent’anni. La scorsa settimana i residenti del quartiere si sono opposti alla richiesta di archiviazi­one della procura e hanno chiesto di poter effettuare esami clinici per verificare l’eventuale presenza di altre patologie. «Ho già dato l’indirizzo al dottor Delvino, direttore generale dell’Irccs Giovanni Paolo II ha aggiunto ancora il presidente - di costituire un accesso rapido e privilegia­to per tutti coloro che, risiedendo in questa palazzina, dovessero avere bisogno, anche solo per tranquiliz­zarsi, di fare esami di qualunque tipo. Le indagini sono finite, non hanno trovato un nesso causale diretto — ha aggiunto ancora Emiliano — si immagina che trent’anni fa alcuni incendi di una discarica costruita a ridosso dell’abitazioni abbia potuto provocare questi fattori eziologici particolar­mente impression­anti. Dopodiché, attualment­e, tutti gli studi che sono stati effettuati, anche dai giudici, escludono che ci siano fattori di inquinamen­to in atto, quindi non c’è niente che si possa fare. L’unica cosa possibile è un attento monitoragg­io, uno screening permanente sugli abitanti dell’area, di quei palazzi. I magistrati non ci hanno segnalato niente altro».

In seguito ad alcuni esposti e articoli giornalist­ici, circa un anno fa, la procura ha avviato un’inchiesta che però si è conclusa con una richiesta di archiviazi­one perché è trascorso troppo tempo per perseguire penalmente il reato di morte come conseguenz­a di un altro reato, ipotizzato a carico di ignoti. Dall’inchiesta è emerso che 21 dei 27 decessi per neoplasie rare avvenute a metà degli anni Novanta e fi-

La perizia Secondo una perizia giudiziari­a le malattie sono state causate da rifiuti incendiati

no al 2015, sarebbero da attribuire «alla vicinanza del condominio con l’area dell’ex discarica, non più di 300 metri. l’assenza di altre costruzion­i interposte e l’azione dei venti hanno favorito il convogliam­ento delle sostanze inquinanti e la loro aero dispersion­e verso gli alloggi» è scritto nelle carte della procura. Alla richiesta di archiviazi­one è seguito l’atto di opposizion­e delle famiglie coinvolte. Nel documento di parla di «attuale e continua insorgenza di nuove e ulteriori diagnosi di neoplasie nella popolazion­e residente nell’immobile di via Archimede» così come è stato evidenziat­o nella perizia redatta dai consulenti della procura. Per questo — viene spiegato nell’opposizion­e — i reati, lesioni e omicidio colposo sono ancora perseguibi­li.

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La battaglia L’avvocato Michele Laforgia si oppone alla prescrizio­ne

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