Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA FABBRICA DEL CONSENSO
Se l’Ilva, o comunque si chiami adesso, non ci fosse bisognerebbe inventarla. Non è quello che certamente pensano i tarantini, la cui salute è quotidianamente attaccata dai fumi dell’acciaieria o le migliaia di lavoratori il cui destino è, per usare un eufemismo, incerto. Dell’Ilva e dei suoi problemi hanno bisogno quanti ne traggono profitto politicamente. I più pensavano che il nodo della vendita fosse ormai superato e che si potesse guardare avanti affrontando i non piccoli problemi dei lavoratori lasciati fuori e le questioni sempre aperte dell’inquinamento ambientale. Per non parlare della sofferente economia di Taranto. Nei giorni scorsi, invece e a sorpresa, il presidente della regione Emiliano ha impugnato davanti al Tar del Lazio la vendita dello stabilimento al colosso indiano ArcelorMittal motivando il ricorso con l’esigenza di abbandonare immediatamente il carbone come fonte di energia.
Molti, stupiti, si stanno chiedendo il perché di tanto accanimento. Può perciò essere utile ricordare il cosiddetto teorema o sequenza dell’indispensabilità del problema. La sequenza è la seguente: problema, promessa, consenso, voti. Un problema, grande o piccolo che sia, è per il politico indispensabile perché gli consente di prometterne la soluzione.
Il problema e la sfida lanciata per affrontarlo costituiscono il palcoscenico naturale per chi governa. La promessa, inoltre, poiché è proiettata sul futuro (io vi prometto che…) riesce anche a spingere sullo sfondo un passato ed un bilancio di governo non brillante. La promessa, se ben costruita ed opportunamente comunicata, produce consenso. Questo, infine, genera i voti necessari per continuare a governare. Anche se, come spesso accade, il problema non è risolto è sufficiente trovarne un altro. Cosa estremamente facile dalle nostre parti dove dalla sanità al territorio, dall’agricoltura alle infrastrutture, di problemi ce n’è in abbondanza e di tutti i tipi.
Se la Tap non ci fosse bisognerebbe inventarla. La strategia del problema funziona, però, ad alcune condizioni. In primo luogo è necessario che i cittadini a cui ci si rivolge siano distratti e di poca memoria. Non devono assolutamente ricordare le vecchie promesse ed i problemi dei quali era stata garantita la soluzione. Un esempio può essere la vicenda della Xylella, lastricata di cento promesse e di nessuna soluzione.
L’altra condizione è che qualcuno mostri come siano sul tappeto problemi più gravi che richiedono interventi urgenti e non dilazionabili. Problemi, questo è il passaggio fondamentale, la cui soluzione si può verificare immediatamente. Anche in questo caso la promessa è al futuro, ma al futuro prossimo. O immediato.