Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nelle baracche di cartone dove si finge di non sapere

- Luca Pernice

Baracche di legno e cartone realizzate in mezzo a immondizia di ogni genere dove pascolano galline, gatti e cani. Cavi di allacci abusivi all’energia elettrica che percorrono tutte le baracche, tra pozzangher­e e fango. È il campo rom di via San Severo, alla periferia di Foggia, dove viveva il nucleo familiare che, secondo l’accusa della polizia, teneva segregate tre ragazze minorenni costringen­dole a prostituir­si. Una storia agghiaccia­nte che si sarebbe svolta proprio in una di quelle baracche dove vivono circa 80 cittadini rumeni di etnia rom. Una storia, però, sconosciut­a agli altri ospiti. «Conoscevam­o le persone che sono state arrestate – ci spiega un rumeno che vive in una delle case di fortuna del campo - ma non sapevamo nulla di quelle ragazze. Né che le costringes­sero a prostituir­si». Una storia, in realtà, poco credibile se si pensa che le baracche sono a ridosso una sull’altra e risulta del tutto impossibil­e non aver sentito le grida, i pianti delle vittime o le cinghiate che i fermati – secondo la tesi dei magistrati – quotidiana­mente infliggeva­no alle ragazze. «Noi lavoriamo come braccianti – continua il rumeno mentre ci mostra una parte del campo - abbiamo terminato la raccolta delle ulive e ora stiamo aspettando di andare a raccoglier­e i broccolett­i. Tutti noi lavoriamo nelle campagne anche le nostre donne. Abbiamo tutti regolari contratti». «Siamo gente perbene – gli fa eco una donna mentre stende dei panni su un filo di ferro tra due baracche- non sapevamo cosa accadesse in quella baracca. Sono venuti i poliziotti e li hanno portato via. E’ stata una sorpresa anche per noi». Ottanta persone - tra uomini, donne e bambini - quelle del campo rom che vivono in totale stato di abbandono e senza alcuna condizione igienico-sanitaria. Un campo rom sorto sulle ceneri di una vecchia azienda di marmo e di una struttura sportiva. Una piccola città, con case di cartone e legno delimitate da cumuli di immondizia e di risulta di ogni genere. Materassi, rifiuti di cibo, assi di legno, pezzi di eternit e altro materiale difficile da individuar­e e classifica­re. Qui nel luglio dello scorso anno scoppiò un incendio che non causò feriti, solo grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco.

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Panni stesi Un’altra immagine che testimonia come vivono gli ottanta rom presenti nel campo foggiano

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