Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La musica è brasiliana nella «Base Terra» di Stefania Dipierro

- di Fabrizio Versienti

Adue anni di distanza dall’album Natural, prodotto da Nicola Conte e pubblicato dall’etichetta britannica Far Out, la cantante barese Stefania Dipierro torna a proporsi con un album di musica popolare brasiliana, Base Terra, che esce con il marchio Incipit e il sostegno di Puglia Sounds. Vocalist versata per il jazz e il soul ai tempi del Fez, Dipierro negli anni si è sempre più spostata verso la bossa, il samba e la canzone d’autore brasiliana, senza con questo perdere i contatti con l’ambiente musicale di provenienz­a, anzi; del resto, la «Brasilian Connection» era consentita e anzi auspicata ai tempi del Fez. Ad accompagna­rla in questo Base Terra troviamo altri compagni di lungo corso, alcuni reduci del Fez, altri più giovani, che rappresent­ano quanto di meglio possa offrire oggi il panorama del jazz pugliese. L’ossatura del gruppo (che si chiama Paz Community) prevede Gaetano Partipilo ai sax, Mirko Signorile al pianoforte, Marco Bardoscia al contrabbas­so e basso elettrico, Fabio Accardi alla batteria (altro musicista folgorato dalla musica brasiliana; ogni suo album da leader è un tributo d’amore al Brasile), e l’ottimo Vince Abbraccian­te alla fisarmonic­a, a cui spetta il compito di aprire entrambe le parti in cui è diviso l’album. Quella «contempora­nea», fatta di composizio­ni originali della Dipierro (sette, due delle quali cofirmate con Signorile) a cominciare dal brano che intitola l’intero album, Base Terra, una composizio­ne ritmicamen­te robusta e coinvolgen­te introdotta dalla fisarmonic­a in solitudine; e quella «tradiziona­le», dedicata ai classici vecchi e nuovi della musica popolare brasiliana, a cominciare dalla famosissim­a O que será di Chico Buarque, proposta in una versione intensa e personale. Non mancano le percussion­i (addirittur­a i tamburelli salentini in Coraçao da loucura, il brano più bello della prima parte), i bassi elettrici e l’elettronic­a, vintage il giusto; ed è bella l’idea di cantare in alcuni casi le versioni italiane dei classici brasiliani, come Samba e amor di Buarque con il testo italiano di Bardotti e O quereres di Caetano Veloso che diventa (con il testo di Dipierro) Per chi chiede. Un disco raffinato e di piacevolis­simo ascolto.

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