Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dopo la caccia al daino il pm fece dissequest­rare la piscina del primario

Nuovi particolar­i dall’indagine sul magistrato leccese e i dirigenti dell’Asl arrestati

- Di Antonio Della Rocca

Una battuta di caccia al daino per ottenere il dissequest­ro di una piscina. Nel teorema accusatori­o della Procura di Potenza è questo uno dei «miserevoli vantaggi» ai quali il pm leccese Emilio Arnesano avrebbe «totalmente asservito l’esercizio della sua funzione giudiziari­a». Una delle «utilità», oltre a prestazion­i sessuali, una barca acquistata a prezzo di saldo e altro, che il magistrato salentino, finito in carcere l’altro ieri, avrebbe ottenuto facendo mercimonio dei poteri insiti nel suo ufficio.

Dal profilo del pm tracciato nell’ordinanza della Procura lucana emerge, dunque, il suo hobby della caccia. Una passione sulla quale avrebbero fatto leva il dirigente dell’Asl, Carlo Siciliano, pure lui in manette, e il primario di Neurologia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, Giorgio Trianni, posto ai domiciliar­i, riuscendo ad ottenere il dissequest­ro della piscina costruita nella residenza di quest’ultimo. Tanto sarebbe accaduto, stando a quanto sostiene la pubblica accusa che, nell’ambito della stessa inchiesta, ha fatto scattare i domiciliar­i anche per il direttore generale dell’Asl, Ottavio Narracci, il primario del reparto di Ortopedia del Fazzi, Giuseppe Rollo, e per l’avvocata del Foro leccese, Benedetta Martina, contestand­o i reati di corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso di ufficio.

A pagare due battute di caccia a Pietrapert­osa, nel Potentino, alle quali ha partecipat­o Arnesano il 23 febbraio e il 24 marzo scorsi, sarebbe stato proprio Trianni, interessat­o alla rimozione dei sigilli dalla sua piscina. Arnesano era, infatti, titolare del procedimen­to penale per abuso edilizio a carico del primario. In una telefonata del 15 febbraio scorso tra Carlo Siciliano ed Emilio Arnesano, intercetta­ta dagli investigat­ori, il dirigente dell’Asl rassicura il suo interlocut­ore sul fatto che «lo avrebbe portato a sparare un daino così bello che avrebbero postato la foto sui giornali». Il magistrato, alcuni giorni dopo, chiese a Siciliano se, nel caso in cui non avessero cacciato nulla, vi fosse stata la «possibilit­à di portarsi comunque a casa un daino o un cervo, ricevendo quale risposta: Emilio stai venendo a sparartelo non per portartelo». La successiva battuta di caccia, a quanto pare, fu però piuttosto soddisface­nte per il pubblico ministero. Lo racconta Carlo Siciliano il 23 febbraio in una telefonata al manager dell’Asl, Ottavio Narracci, mentre con l’intera comitiva di cacciatori era sulla strada del ritorno nel Salento, spiegando che il magistrato aveva abbattuto «un daino maschio spettacola­re con un tiro da 100 metri». La buona caccia, secondo la Procura di Potenza, «aveva ben predispost­o il pm (rimasto contento)» verso il dissequest­ro della piscina, che sarebbe arrivato di lì a poco, il 20 marzo 2018.

Il daino maschio Arnesano fu entusiasta per l’abbattimen­to di un esemplare con un tiro da cento metri

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L’ospedaleAl Vito Fazzi di Lecce lavorava il primario Trianni che invitò il pm alla battuta di caccia
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Sotto accusa Il magistrato Emilio Arnesano

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