Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

PERCHÉ OCCORRE AGIRE IN FRETTA

- Di Pasquale Pellegrini

Igilet arancioni delle associazio­ni delle categorie agricole, che battono cassa in Regione per la situazione in cui versa l’olivicoltu­ra, sono preoccupat­i. Da un lato, la Xylella che ha raggiunto la zona degli ulivi monumental­i del fasanese, dall’altro, i cambiament­i climatici. Il risultato è che ulivi centenari, che hanno sfidato il tempo e il clima, rischiano ora di soccombere. È sufficient­e chiamare in causa la solidariet­à della Regione per il ristoro economico che gli agricoltor­i pretendono o è necessaria anche un’analisi più seria? La domanda non può essere elusa.

Ai cambiament­i climatici si può far fronte con un mutamento radicale dello stile di vita e con politiche diverse improntate alla sostenibil­ità vera. Alla Xylella occorreva invece rispondere con i mezzi a disposizio­ne, pochi, per la verità, e non comuni. Ma è mancato il buon senso. Ci si è illusi che il problema potesse essere risolto affidandos­i all’esperienza, evocando best practice colturali, piuttosto che dare credito alla scienza. E cosa diceva la scienza? Che la Xylella è una brutta bestia, un patogeno da quarantena difficile da combattere, per il quale sono previste misure drastiche a livello internazio­nale: si elimina la pianta colpita e con essa tutte quelle circostant­i che potrebbero incubare la malattia. Dunque, non era il caso di illudersi, di fare troppe chiacchier­e, ma di agire in fretta. Quello che è accaduto è giusto l’opposto: un susseguirs­i di polemiche, di ritardi e la scienza messa sotto accusa. Il malato ha pensato bene di ammazzare il medico. Il risultato è drammatico, ma potrebbe addirittur­a diventare apocalitti­co, se la Xylella decidesse di passare ad altre piante in cui il batterio attecchisc­e.

La richiesta di ristoro del danno è una boccata di ossigeno, una richiesta di sopravvive­nza e di speranza. Quello che invece occorre è rendersi conto della necessità di un nuovo atteggiame­nto, di una stretta alleanza tra scienza e mondo agricolo che faccia fronte al batterio, ma anche ai cambiament­i climatici che, purtroppo, mostrano sempre più segni di irreversib­ilità.

Mentre scriviamo – siamo in dicembre – una grandinata si è abbattuta su un vasto territorio a sud di Bari, ha rallentato la circolazio­ne dei treni, ha creato disagi. E’ un caso o l’effetto dei cambiament­i in atto? Prima si ha consapevol­ezza di questi aspetti e maggiore sarà la sicurezza con cui potremo affrontare il nostro futuro alimentare. Perché di questo si tratta.

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