Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
PERCHÉ OCCORRE AGIRE IN FRETTA
Igilet arancioni delle associazioni delle categorie agricole, che battono cassa in Regione per la situazione in cui versa l’olivicoltura, sono preoccupati. Da un lato, la Xylella che ha raggiunto la zona degli ulivi monumentali del fasanese, dall’altro, i cambiamenti climatici. Il risultato è che ulivi centenari, che hanno sfidato il tempo e il clima, rischiano ora di soccombere. È sufficiente chiamare in causa la solidarietà della Regione per il ristoro economico che gli agricoltori pretendono o è necessaria anche un’analisi più seria? La domanda non può essere elusa.
Ai cambiamenti climatici si può far fronte con un mutamento radicale dello stile di vita e con politiche diverse improntate alla sostenibilità vera. Alla Xylella occorreva invece rispondere con i mezzi a disposizione, pochi, per la verità, e non comuni. Ma è mancato il buon senso. Ci si è illusi che il problema potesse essere risolto affidandosi all’esperienza, evocando best practice colturali, piuttosto che dare credito alla scienza. E cosa diceva la scienza? Che la Xylella è una brutta bestia, un patogeno da quarantena difficile da combattere, per il quale sono previste misure drastiche a livello internazionale: si elimina la pianta colpita e con essa tutte quelle circostanti che potrebbero incubare la malattia. Dunque, non era il caso di illudersi, di fare troppe chiacchiere, ma di agire in fretta. Quello che è accaduto è giusto l’opposto: un susseguirsi di polemiche, di ritardi e la scienza messa sotto accusa. Il malato ha pensato bene di ammazzare il medico. Il risultato è drammatico, ma potrebbe addirittura diventare apocalittico, se la Xylella decidesse di passare ad altre piante in cui il batterio attecchisce.
La richiesta di ristoro del danno è una boccata di ossigeno, una richiesta di sopravvivenza e di speranza. Quello che invece occorre è rendersi conto della necessità di un nuovo atteggiamento, di una stretta alleanza tra scienza e mondo agricolo che faccia fronte al batterio, ma anche ai cambiamenti climatici che, purtroppo, mostrano sempre più segni di irreversibilità.
Mentre scriviamo – siamo in dicembre – una grandinata si è abbattuta su un vasto territorio a sud di Bari, ha rallentato la circolazione dei treni, ha creato disagi. E’ un caso o l’effetto dei cambiamenti in atto? Prima si ha consapevolezza di questi aspetti e maggiore sarà la sicurezza con cui potremo affrontare il nostro futuro alimentare. Perché di questo si tratta.