Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Caro ministro Salvini adesso dacci la linea
Dunque vediamo. Negli ultimi tre giorni ha commentato con un «amen» la morte dell’attentatore di Strasburgo, ha fatto gli auguri a sua figlia, ha salutato da Milano offrendo una fetta di panettone, ha duettato col presidente del Brasile, ha ringraziato i tifosi del Milan, ha postato tre video di manifestanti che lo contestano, ha parlato di occupazioni abusive a Roma e Milano e di una flat tax per il rientro dall’estero di pensionati del sud, si è fatto immortalare mentre taglia un formaggio con un grosso coltello, se l’è presa, in ordine sparso, con Alan Friedman (asfaltato), con Eugenio Scalfari (un radical chic), con Famiglia Cristiana (un giornale di ultrasinistra), con la Fornero, con una maestra elementare che vuole cambiare il testo di una canzone di Natale, e ha persino augurato la buonanotte a tutti i suoi follower bevendo un caffè (ma non è meglio una tisana?) indossando una felpa con scritta cubitale «Bari» (sarà forse un aggettivo plurale rivolto subliminalmente a qualche suo alleato di governo?). Insomma Salvini ha postato, twittato e instagrammato tutto questo, ma sulla retromarcia, pardon, sul costruttivo scambio di idee con la Commissione Europea che ha portato l’Italia a correggere il rapporto deficit/pil, rimangiandosi tutte le dichiarazioni di «intoccabilità» dei coefficienti solennemente promessi e sbandierati da balconi reali e virtuali fino all’altroieri, niente. Nemmeno una parola, un quarto di tweet, una mezza fotina su Instagram, un micro post su Facebook. Silenzio assoluto. E adesso come facciamo noi, suoi accaniti sostenitori, se putacaso durante una cena tra amici qualcuno ci fa notare l’incoerenza del governo? Cosa rispondiamo? Buttiamo la palla in tribuna come un mediano del Milan? Per favore, Capitano, scrivi un post su questa storia, dacci la linea. In fondo ti bastano due minuti e mezzo. Forse persino due virgola zero quattro.