Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sfruttare il test europeo
Sfruttare il test europeo per una nuova idea di Pd
L’ attuale governo, certamente nato da una forte sterzata nel Paese, porta con sé tratti di singolarità senza precedenti. Pur di governare si sono unite due forze assai diverse.
Forze che si prestano reciprocamente i voti in Parlamento per mantenere ciascuna le proprie promesse elettorali - in buona parte disattese - senza condividere l’una quelle dell’altra e costringendo il bilancio dello Stato a finanziare non uno bensì due programmi. Tutti scommettono che dopo le elezioni europee questa inusitata maggioranza si dissolverà, anche se il capo della Lega non ha nessun interesse a mollare alleati che gli hanno consentito di spadroneggiare nel Paese con il 17 per cento e di aumentare, nei sondaggi, il proprio consenso fino al 33 per cento.
Intanto si stanno smantellando giorno dopo giorno le basi della nostra convivenza democratica, dei nostri valori costituzionali, con una crescente insofferenza verso le voci critiche e libere. Esiste un’alternativa? Difficile scorgerla oggi all’orizzonte. Il Pd, impegnato a celebrare il suo congresso, non appare sufficientemente in grado di costruirne una capace di attrarre la maggioranza degli italiani, correndo inoltre il rischio che un’implosione di questo governo potrebbe consolidare nel Paese un bipolarismo tra 5 Stelle da un lato e Lega, insieme a quel che rimane della destra, dall’altro: cosa che ridurrebbe alla irrilevanza il Pd. Di qui la necessità di sviluppare un dibattito congressuale che guardi oltre i confini del partito, impegnandosi ad elaborare un progetto nuovo, capace di tenere insieme tutti coloro – e sono tanti ma dispersi – che non rinunciano a credere e sperare in una politica che rimetta al centro la dignità della persona, del lavoro e dell’impresa e non dell’assistenza, che ripensi il modo di essere dell’Unione Europea senza volerla abbattere, che non lucri sui conflitti sociali e sugli egoismi diffusi, ma ricomponga il Paese in un percorso di crescita morale, civile ed economica, sotto la guida dei principi della Costituzione. Ormai occorre prendere atto che la forza propulsiva del percorso Ulivo-Pd si è esaurita e nel vario campo delle sensibilità democratiche non c’è niente oggi che faccia sognare gli italiani.
Quando non ci si protende verso un progetto politico, emergono personalismi, interessi, preservazione del ceto politico e talvolta mera gestione del potere. Abbiamo nei prossimi mesi il delicato passaggio delle elezioni europee. Si colga l’occasione per proporre al Paese una lista che metta insieme tutti coloro che realmente si oppongono alla visione e ai metodi di questo governo, sostenuta da un progetto che non si limiti alla vicenda elettorale, ma che sia una piattaforma per una nuova realtà aggregante da costruire nel Paese; una lista che veda la presenza di personalità che rappresentino in modo qualificante le diverse anime di una visione democratica della convivenza umana. Non è la prima volta che un nuovo soggetto o progetto politico nasce proprio nelle urne. Abbiamo il dovere di costruire un’alternativa possibile, una sorta di nuova resistenza attiva che non sia necessariamente subito vincente, ma che ci ridia l’entusiasmo di un progetto chiaro e condiviso dentro cui impegnare il nostro essere cittadini.