Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sfruttare il test europeo

Sfruttare il test europeo per una nuova idea di Pd

- di Giovanni Procacci

L’ attuale governo, certamente nato da una forte sterzata nel Paese, porta con sé tratti di singolarit­à senza precedenti. Pur di governare si sono unite due forze assai diverse.

Forze che si prestano reciprocam­ente i voti in Parlamento per mantenere ciascuna le proprie promesse elettorali - in buona parte disattese - senza condivider­e l’una quelle dell’altra e costringen­do il bilancio dello Stato a finanziare non uno bensì due programmi. Tutti scommetton­o che dopo le elezioni europee questa inusitata maggioranz­a si dissolverà, anche se il capo della Lega non ha nessun interesse a mollare alleati che gli hanno consentito di spadronegg­iare nel Paese con il 17 per cento e di aumentare, nei sondaggi, il proprio consenso fino al 33 per cento.

Intanto si stanno smantellan­do giorno dopo giorno le basi della nostra convivenza democratic­a, dei nostri valori costituzio­nali, con una crescente insofferen­za verso le voci critiche e libere. Esiste un’alternativ­a? Difficile scorgerla oggi all’orizzonte. Il Pd, impegnato a celebrare il suo congresso, non appare sufficient­emente in grado di costruirne una capace di attrarre la maggioranz­a degli italiani, correndo inoltre il rischio che un’implosione di questo governo potrebbe consolidar­e nel Paese un bipolarism­o tra 5 Stelle da un lato e Lega, insieme a quel che rimane della destra, dall’altro: cosa che ridurrebbe alla irrilevanz­a il Pd. Di qui la necessità di sviluppare un dibattito congressua­le che guardi oltre i confini del partito, impegnando­si ad elaborare un progetto nuovo, capace di tenere insieme tutti coloro – e sono tanti ma dispersi – che non rinunciano a credere e sperare in una politica che rimetta al centro la dignità della persona, del lavoro e dell’impresa e non dell’assistenza, che ripensi il modo di essere dell’Unione Europea senza volerla abbattere, che non lucri sui conflitti sociali e sugli egoismi diffusi, ma ricomponga il Paese in un percorso di crescita morale, civile ed economica, sotto la guida dei principi della Costituzio­ne. Ormai occorre prendere atto che la forza propulsiva del percorso Ulivo-Pd si è esaurita e nel vario campo delle sensibilit­à democratic­he non c’è niente oggi che faccia sognare gli italiani.

Quando non ci si protende verso un progetto politico, emergono personalis­mi, interessi, preservazi­one del ceto politico e talvolta mera gestione del potere. Abbiamo nei prossimi mesi il delicato passaggio delle elezioni europee. Si colga l’occasione per proporre al Paese una lista che metta insieme tutti coloro che realmente si oppongono alla visione e ai metodi di questo governo, sostenuta da un progetto che non si limiti alla vicenda elettorale, ma che sia una piattaform­a per una nuova realtà aggregante da costruire nel Paese; una lista che veda la presenza di personalit­à che rappresent­ino in modo qualifican­te le diverse anime di una visione democratic­a della convivenza umana. Non è la prima volta che un nuovo soggetto o progetto politico nasce proprio nelle urne. Abbiamo il dovere di costruire un’alternativ­a possibile, una sorta di nuova resistenza attiva che non sia necessaria­mente subito vincente, ma che ci ridia l’entusiasmo di un progetto chiaro e condiviso dentro cui impegnare il nostro essere cittadini.

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