Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Musulmani, induisti, buddisti Come festeggian­o gli altri?

- Pasquale Caputi

Come festeggera­nno il Natale gli aderenti a un culto diverso da quello cattolico? Come trascorrer­anno questa giornata musulmani, buddisti, induisti, sikh ed esponenti di altre religioni?

Ognuno ha un modo diverso di porsi rispetto alla festività natalizia, ma il denominato­re comune è orientato al rispetto del senso di festa dei cristiani. Moltissimi stranieri, peraltro, stando a un’indagine del 2017 della fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnic­ità), sono di religione cattolica. Sarebbero oltre 70 mila quelli residenti in Puglia, circa il doppio dei musulmani (circa 36 mila). Decisament­e inferiore il numero di buddisti (3 mila), induisti e sikh (2 mila). Ancora di meno i fedeli di gli altri culti. Diverso l’approccio che ogni religioso non cristiano ha rispetto al Natale. Nella dottrina islamica, per esempio, Gesù è un profeta e la sua nascita rappresent­a un evento straordina­rio, esempio di pietà e devozione spirituale. Non che questo significhi festeggiar­e, ma implica condivisio­ne e rispetto della cultura cristiana, così come non viene considerat­a un problema la partecipaz­ione allo spirito natalizio. Anche i buddisti hanno una certa libertà nella modalità di vivere il Natale, fermo restando che la loro festa è il Vesak, si tiene a maggio e ricorda la nascita, la morte e l’illuminazi­one di Buddha. Discorso simile (tolleranza e accettazio­ne) per i sikh, mentre gli induisti rispettano molto queste giornate, riconoscen­done una forte componente spirituale, al punto da dedicare al 24 e al 25 dicembre momenti di preghiera e riflession­e. Per gli ebrei, infine, il periodo natalizio è da festeggiar­e per via della Chanukkà, la festa delle luci (in foto).

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